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Gravures

DE JODE Gerard

Fori Iuli/ Corfu/ Tusciae Insignis Italiae provincia Vera ac elegans chorographia autore Hieronimo Bellarmato

1578

1200,00 €

Antiquarius Libreria

(Roma, Italie)

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Détails

Année
1578
Lieu d'édition
Anversa
Format
510 X 370
Graveurs
DE JODE Gerard

Description

Fori Iulii quam Friuli vocant Histriaeq(ue)… typus / Corfu Insula maris Adriatici Republica Venetae parens / Tusciae Insignis Italiae provincia Vera ac elegans chorographia autore Hieronimo Bellarmato. Tre carte geografiche in un foglio tratto dallo Speculum Orbis Terrarum ' di Gerard de Jode, stampato ad Anversa nel 1578 e ristampato nel 1593 dal figlio Cornelis de Jode. La carta geografica che copre il territorio della Toscana (Tuscia) basata sul modello introdotto da Girolamo Bellarmato nel 1536. Orientata con il sud in alto, la mappa si estende dalla foce del fiume Magra a nord fino ad arrivare a Roma a sud. “La ' CHOROGRAPHIA TUSCIAE ' di Girolamo Bellarmato (o Bellarmati) rappresenta il prototipo della cartografia a stampa della regione. Di forma leggermente trapezoidale, è composta da quattro fogli uniti. Sebbene priva di scala grafica, dal valore dei gradi di latitudine possiamo ricostruire il valore della riduzione, pari a 1:325.000 circa. Nella lunga dedica a Valerio Orsini, generale dell’esercito dei Medici, l’autore specifica che la carta è utile per la professione sua presentandola perciò quale strumento ad uso militare, politico e amministrativo. Questo prodotto cartografico si basa su dati ricavati da una sistematica osservazione diretta, da misurazioni e rilievi effettuati dall’autore sul territorio. Viene data attenzione a tutti gli aspetti geografici; per i centri abitati la grandezza della raffigurazione è rapportata all’entità della popolazione. Molto curata l’idrografia, ben evidenziata l’orografia che è disegnata con dei coni, di maggiori dimensioni per i rilievi più importanti. Questo pregevole ed innovativo lavoro fu preso a modello per molti anni a seguire ed ebbe numerose derivazioni. Come osserva Biasutti (1908), anche Gastaldi utilizzò il rilievo del Bellarmato per comporre la sua carta della penisola (1561). L’opera costituisce altresì la base per le carte della regione che i fiamminghi Abraham Ortelius (1570), Gerad de Jode (1578) e Gerard Mercator (1587) inseriscono nei rispettivi atlanti. Della carta è oggi noto un solo esemplare, conservato all’Archivio di Stato di Firenze” (cfr. Bifolco-Ronca, ' Cartografia e topografia italiana del XVI secolo, (2018) pp. 1960-63). La carta geografica che copre il territorio del Friuli, con lembi della Carsia interna e tutta la penisola istriana e, in un riquadro in basso, mostra l'isola di Corfù, all'epoca appartenente alla Repubblica Veneziana, orientata con il nord in alto. “L'orientazione è quella consueta. Essa abbraccia tutto il Friuli, con lembi della Carsia interna e tutta la penisola istriana. La regione friulana rivela, a prima vista una sicura consonanza con quel gruppo di carte che hanno, come prototipo, la bella stampa da incisione in legno di Giovanni Andrea Vavassori del 1553 e, in particolare, quelle a stampa, anonime, pubblicate con le date del 1561, 1562 e 1563 e, poi, con la firma del Camocio nel 1563 e del Furlani o Forlani, nel 1564. Per convincersene immediatamente basta osservare il disegno della linea di costa che, in tutte, risulta identico, al punto che si ripete costantemente l'errore di collocare Grado su un'isola all'interno della laguna omonima, nonché quello riguardante il reticolo idrografico che compone lo scheletro di base. L'unica differenza importante rispetto al prototipo è l'omissione del disegno del Timavo. La rappresentazione del rilievo, mediante lievi ondulazioni ombreggiate con tratteggio verticale più marcato nella parte centrale, somiglia di più all'ultimo documento, cioè a quello del Forlani. Qui invece, l'orografia è rappresentata assai più vagamente. È scomparsa anche la scritta relativa al M. Maura. ' Le sedi umane, rappresentate con prospetti di casette e torricelle, sono per lo più le stesse, fatta eccezione per un deciso sfoltimento. Al posto della legenda ' Qui S. Marco scrise lo euangelio ' che accompagnava nel Forlani il simbolo di un abitato subito a sud di. Fori Iulii quam Friuli vocant Histriaeq(ue)… typus / Corfu Insula maris Adriatici Republica Venetae parens / Tusciae Insignis Italiae provincia Vera ac elegans chorographia autore Hieronimo Bellarmato. Tre carte geografiche in un foglio tratto dallo ' Speculum Orbis Terrarum ' di Gerard de Jode, stampato ad Anversa nel 1578 e ristampato nel 1593 dal figlio Cornelis de Jode. La carta geografica che copre il territorio della Toscana (Tuscia) basata sul modello introdotto da Girolamo Bellarmato nel 1536. Orientata con il sud in alto, la mappa si estende dalla foce del fiume Magra a nord fino ad arrivare a Roma a sud. “La ' CHOROGRAPHIA TUSCIAE ' di Girolamo Bellarmato (o Bellarmati) rappresenta il prototipo della cartografia a stampa della regione. Di forma leggermente trapezoidale, è composta da quattro fogli uniti. Sebbene priva di scala grafica, dal valore dei gradi di latitudine possiamo ricostruire il valore della riduzione, pari a 1:325.000 circa. Nella lunga dedica a Valerio Orsini, generale dell’esercito dei Medici, l’autore specifica che la carta è utile per la professione sua presentandola perciò quale strumento ad uso militare, politico e amministrativo. Questo prodotto cartografico si basa su dati ricavati da una sistematica osservazione diretta, da misurazioni e rilievi effettuati dall’autore sul territorio. Viene data attenzione a tutti gli aspetti geografici; per i centri abitati la grandezza della raffigurazione è rapportata all’entità della popolazione. Molto curata l’idrografia, ben evidenziata l’orografia che è disegnata con dei coni, di maggiori dimensioni per i rilievi più importanti. Questo pregevole ed innovativo lavoro fu preso a modello per molti anni a seguire ed ebbe numerose derivazioni. Come osserva Biasutti (1908), anche Gastaldi utilizzò il rilievo del Bellarmato per comporre la sua carta della penisola (1561). L’opera costituisce altresì la base per le carte della regione che i fiamminghi Abraham Ortelius (1570), Gerad de Jode (1578) e Gerard Mercator (1587) inseriscono nei rispettivi atlanti. Della carta è oggi noto un solo esemplare, conservato all’Archivio di Stato di Firenze” (cfr. Bifolco-Ronca, ' Cartografia e topografia italiana del XVI secolo, (2018) pp. 1960-63). La carta geografica che copre il territorio del Friuli, con lembi della Carsia interna e tutta la penisola istriana e, in un riquadro in basso, mostra l'isola di Corfù, all'epoca appartenente alla Repubblica Veneziana, orientata con il nord in alto. “L'orientazione è quella consueta. Essa abbraccia tutto il Friuli, con lembi della Carsia interna e tutta la penisola istriana. La regione friulana rivela, a prima vista una sicura consonanza con quel gruppo di carte che hanno, come prototipo, la bella stampa da incisione in legno di Giovanni Andrea Vavassori del 1553 e, in particolare, quelle a stampa, anonime, pubblicate con le date del 1561, 1562 e 1563 e, poi, con la firma del Camocio nel 1563 e del Furlani o Forlani, nel 1564. Per convincersene immediatamente basta osservare il disegno della linea di costa che, in tutte, risulta identico, al punto che si ripete costantemente l'errore di collocare Grado su un'isola all'interno della laguna omonima, nonché quello riguardante il reticolo idrografico che compone lo scheletro di base. L'unica differenza importante rispetto al prototipo è l'omissione del disegno del Timavo. ' La rappresentazione del rilievo, mediante lievi ondulazioni ombreggiate con tratteggio verticale più marcato nella parte centrale, somiglia di più all'ultimo documento, cioè a quello del Forlani. Qui invece, l'orografia è rappresentata assai più vagamente. È scomparsa anche la scritta relativa al M. Maura. ' Le sedi umane, rappresentate con prospetti di casette e torricelle, sono per lo più le stesse, fatta eccezione per un deciso sfoltimento. Al posto della legenda ' Qui S. Marco scrise lo euangelio ' che accompagnava nel Forlani il simbolo di un abitato subito a sud . Cfr.
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