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Gravures

DUPERAC Etienne

Claudii et Traiani Imp. Admirabilium Portuum Ostiensium.

1575

1250,00 €

Antiquarius Libreria

(Roma, Italie)

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Année
1575
Format
700 X 410
Graveurs
DUPERAC Etienne

Description

Bulino, 1575, iscritto, firmato e datato nel cartiglio in basso a sinistra: CLAVDII. ET. TRAIANI. IMPP. / ADMIRA­BILIVM. POR TVVM / OSTIENSIVM OR­THOGRAPHA. / PER STEPHANVM DV PER­ACH / ARCHITECTVM / IVXTA. ANTIQVA VESTIGIA / ACCVRATISSIME. DELINEATA. // Ant. Lafreri exc. Romae 1575. Ricostruzione del Porto di Claudio e Traiano ad Ostia, incisa da Etienne Duperac per l’editore Antonio Lafreri. Derivazione della ricostruzione di Pirro Ligorio, già interpretata da Antonio Labacco (1552) e da Giulio de Musi per l’editore Michele Tramezzini (1554). Esemplare nel terzo stato di cinque, con le firme di Paolo Graziani e Pietro de Nobili (cfr. Bifolco/Ronca tav. 1165); tiratura databile al 1586. Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva con filigrana “ancora nel cerchio con stella” (cfr. Woodward nn. 158-171), rifilata al rame ai lati, con margini in alto e in basso, in ottimo stato di conservazione. “L’incisione è tratta da un disegno di Pirro Ligorio che raffigura la città e il porto di Ostia voluto dall’imperatore Claudio ed ampliato dall’imperatore Traiano. Il porto fatto costruire da Claudio tra il 42 e il 46, aperto a ponente con la protezione di due moli, andò soggetto ad insabbiamenti, motivo per cui Traiano nel 103 lo restaurò facendo costruire un altro bacino ad Est. L’incisione riprende il tipo di stampe destinate a mostrare al grande pubblico la grandiosità delle costruzioni romane. La stampa ebbe un notevole successo, infatti, oltre a quella qui riprodotta da Giulio de Musi su disegno di Pirro Ligorio per i tipi di Michele Tramezzino, che si premunì del privilegio decennale sia della Serenissima che dello Stato Pontificio, si annoverano molte altre versioni. La prima del 1552 si deve ad Antonio Labacco, la seconda è quella qui proposta. La terza si deve ad Étienne Du Pérac, edita dal Lafréry nel 1575, la quarta è quella incisa dal Brambilla per Claude Duchet nel 1581” (cfr. Marigliani, ' Lo splendore di Roma nell’Arte incisoria del Cinquecento). “Alla morte del Lafreri (1577) la matrice venne ereditata da Stefano Duchetti, che la cedette a Paolo Graziani (inv. del 1581, n. 20 descritta come “Il porto d’austriaf.o Imperiale”). Successivamente venne acquisita da Pietro de Nobili (inv. 24 maggio 1585, n. 36, “El porto d’hostia imperaiale”). Sono note delle tirature di entrambi gli editori. Un’altra stesura, databile alla metà del ’600, è dovuta a Gian Giacomo de Rossi. L’opera è elencata nell’ultimo catalogo della tipografia de Rossi, redatto da Lorenzo Filippo nel 1735 (p. 20, n. 1 come “Porto Traiano nelle asua forma antica disegnato, e intagliato a bulino da Stefano du Perac in foglio imperiale per traverso”). Il fondo della calcografia de Rossi venne venduto da Lorenzo Filippo e confluì nella neonata Calcografia Camerale, della quale è nota l’ultima stesura della lastra” (cfr. Cartografia e topografia italiana del XVI secolo, p. 2270). L’opera appartiene allo ' Speculum Romanae Magnificentiae, la prima iconografia della Roma antica. ' Lo ' Speculum ' ebbe origine nelle attività editoriali di Antonio Salamanca e Antonio Lafreri (Lafrery). Durante la loro carriera editoriale romana, i due editori - che hanno lavorato insieme tra il 1553 e il 1563 - hanno avviato la produzione di stampe di architettura, statuaria e vedutistica della città legate alla Roma antica e moderna. Le stampe potevano essere acquistate individualmente da turisti e collezionisti, ma venivano anche acquistate in gruppi più grandi che erano spesso legati insieme in un album. Nel 1573, Lafreri commissionò a questo scopo un frontespizio, dove compare per la prima volta il titolo Speculum Romanae Magnificentiae. Alla morte di Lafreri, due terzi delle lastre di rame esistenti andarono alla famiglia Duchetti (Claudio e Stefano), mentre un altro terzo fu distribuito tra diversi editori. Claudio Duchetti continuò l’attività editoriale, implementando le lastre dell. Etching with engraving, 1575, inscribed, signed and dated in the cartouche at lower left: CLAVDII. ET. TRAIANI. IMPP. / ADMIRABILIVM. POR TVVM / OSTIENSIVM ORTHOGRAPHA. / PER STEPHANVM DV PERACH / ARCHITECTVM / IVXTA. ANTIQVA VESTIGIA / ACCVRATISSIME. DELINEATA. // Ant. Lafreri exc. Romae 1575. Reconstruction of the Port of Claudius and Trajan at Ostia, engraved by Etienne Duperac for the publisher Antonio Lafreri. Derivation of Pirro Ligorio's reconstruction, already interpreted by Antonio Labacco (1552) and Giulio de Musi for the publisher Michele Tramezzini (1554). Example in the third state of five, with signatures of Paolo Graziani and Pietro de Nobili (see Bifolco/Ronca pl. 1165); print issue around 1586. Magnificent proof, printed on contemporary laid paper with "anchor in the circle with star" watermark (cf. Woodward nos. 158-171), trimmed to copperplate at sides, top and bottom margins, in excellent condition. “The engraving is taken from a drawing by Pirro Ligorio depicting the city and port of Ostia commissioned by Emperor Claudius and enlarged by Emperor Trajan. The harbor built by Claudius between 42 and 46, opened to the west with the protection of two piers, became subject to silting, which is why Trajan in 103 restored it by having another dock built to the east. The engraving echoes the type of prints intended to show the general public the grandeur of Roman buildings. The print had considerable success; in fact, in addition to the one reproduced here by Giulio de Musi from a drawing by Pirro Ligorio for the printer Michele Tramezzino (who was granted a ten-year privilege by both the Serenissima and the Papal States) there are many other versions, due to Antonio Labacco, Étienne Du Pérac and Ambrogio Brambilla for Claude Duchet in 1581" ' (translation from C. Marigliani, ' Lo splendore di Roma nell’Arte incisoria del Cinquecento). Upon the death of Lafreri (1577) the plate was inherited by Stefano Duchetti, who gave it to Paolo Graziani (inv. of 1581, no. 20 described as "Il porto d'austriaf.o Imperiale"). It was later acquired by Pietro de Nobili (inv. May 24, 1585, no. 36, "El porto d'hostia imperaiale"). Issues by both editors are known. Another edition, datable to the mid-1700s, is due to Gian Giacomo de Rossi. The work is listed in the last catalog of the de Rossi printing house, compiled by Lorenzo Filippo in 1735 (p. 20, no. 1 as "Porto Traiano nelle asua forma antica disegnato, e intagliato a engraving da Stefano du Perac in foglio imperiale per traverso"). ' The work belongs to the Speculum Romanae Magnificentiae, the earliest iconography of ancient Rome. The Speculum originated in the publishing activities of Antonio Salamanca and Antonio Lafreri (Lafrery). During their Roman publishing careers, the two editors-who worked together between 1553 and 1563-started the production of prints of architecture, statuary, and city views related to ancient and modern Rome. The prints could be purchased individually by tourists and collectors, but they were also purchased in larger groups that were often bound together in an album. In 1573, Lafreri commissioned a frontispiece for this purpose, where the title Speculum Romanae Magnificentiae appears for the first time. Upon Lafreri's death, two-thirds of the existing copperplates went to the Duchetti family (Claudio and Stefano), while another third was distributed among several publishers. Claudio Duchetti continued the publishing activity, implementing the Speculum plates with copies of those "lost" in the hereditary division, which he had engraved by the Milanese Amborgio Brambilla. Upon Claudio's death (1585) the plates were sold - after a brief period of publication by the heirs, particularly in the figure of Giacomo Gherardi - to Giovanni Orlandi, who in 1614 sold his printing house to the Flemish publisher Hendrick van Schoel. Stefano Duchetti, on the other hand, sold his own plates to the publisher Paolo Graziani, who partnered with Pietro d. Cfr.
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