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Gravures

VOLPATO Giovanni

Carro dell'Aurora

1782

1500,00 €

Antiquarius Libreria

(Roma, Italie)

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Détails

Année
1782
Format
900 X 440
Graveurs
VOLPATO Giovanni

Description

Acquaforte a bulino, 1782 circa, su disegno di Stefano Tofanelli (1752-1812). La stampa riproduce l'affresco del Guercino nel Casino Ludovisi del Cardinal Del Monte a Roma. L'Aurora è rappresentata come giovane dea su un carro tirato da due cavalli, davanti ai quali fugge la Notte mentre un genio in volo incorona Aurora di fiori e un altro, sul carro, sparge fiori tutt'intorno; da una parte, sul letto, è il vecchio marito Titone; in alto, tre giovani donne raffigurano altrettante stelle, una delle quali versa rugiada da un'urna La stampa appartiene “al ciclo incisorio databile al 1782 del famosissimo Giovanni Volpato su disegno del pittore Stefano Tofanelli. L'incisione che riproduce l'Aurora, larga quasi un metro, è dedicata all'influente amica pittrice, connoisseur e networker, Angelika Kaufmann, rientrata a Roma dall'Inghilterra in quell'anno. Il ciclo, anch'esso eseguito all'acquaforte e bulino, è certamente ancora oggi quello più noto e diffuso, benché declini le scene del Casino in un linguaggio decisamente neoclassico e "raffreddato" rispetto ai dipinti originali. Volpato, dopo il trasferimento a Roma, era divenuto il più attivo e ricercato interprete nel campo della grafica di traduzione di fine secolo. Trasferitosi a Roma nel 1771 da Bassano del Grappa, si era imposto con forza nel mondo incisorio romano, aprendo una scuola e una bottega di vendita al pubblico per poi fondare, nel 1785 un'attivissima fabbrica di ceramica. Le sue incisioni dedicate alle Logge di Raffaello e poi alla Galleria Farnese hanno una straordinaria diffusione internazionale e in questa scia dell'asse classicista ro- mano si collocano quelle da Guercino, la cui Aurora, era considerata da alcuni autori e artisti al pari se non superiore all'affresco di Guido Reni dallo stesso tema. La dedica ad Angelika, la cui importanza quale figura-chiave nell'indirizzare le scelte artistiche e culturali nella Roma neoclassica non è stata a mio avviso sufficientemente sottolineata, è fissata al 1782 da Giorgio Marini, agli esordi dunque del rapporto di Volpato con l'influente artista, al cui ambito salotto egli ebbe ampio accesso attraverso il marito di lei, Antonio Zucchi, anch'egli veneto. Fu infatti la stessa Kauffmann a combinare il matrimonio del figlio di Giovanni, Giuseppe Volpato, con Maddalena Riggi, sorella del potente banchiere Carlo Ambrogio, nel 1788. Maddalena era tra l'altro la bella milanese che Goethe conobbe a Castelgandolfo nella villa di Thomas Jenkins, mercante d'arte e banchiere inglese, che si era trasferita a Roma nel 1786” (cfr. I. Marianelli Mariani, La fortuna visiva nei dipinti di Guercino nella Villa Ludovisi, p. 3). Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva e finemente colorata a tempera in epoca. Esemplare applicato su antico supporto e privo delle iscrizioni in basso, in ottimo stato di conservazione. Bibliografia ' G. Marini, Giovanni Volpato 1735 – 1803, p. 151; I. Marianelli Mariani, La fortuna visiva nei dipinti di Guercino nella Villa Ludovisi, p. 3. Etching with engraving, c. 1782, based on a drawing by Stefano Tofanelli (1752-1812). The print reproduces Guercino's fresco in Cardinal Del Monte's Casino Ludovisi in Rome. Aurora is depicted as a young goddess in a chariot drawn by two horses, before whom Night flees while a flying genie crowns Aurora with flowers and another, in the chariot, scatters flowers all around; to one side, on the bed, is her old husband Titone; above, three young women depict as many stars, one of whom pours dew from an urn. The print belongs to the engraving cycle dated 1782 by Giovanni Volpato based on a drawing by painter Stefano Tofanelli. The engraving reproducing the Aurora, almost a meter wide, is dedicated to the influential painter friend, connoisseur and networker, Angelika Kaufmann, who returned to Rome from England that year. The cycle, also executed in etching and engraving, is certainly still the best known and most popular today, although it declines the Casino scenes in a decidedly neoclassical and "cooled" language compared to the original paintings. Volpato, after moving to Rome, had become the most active and sought-after interpreter in the field of graphic translation at the turn of the century. Having moved to Rome in 1771 from Bassano del Grappa, he had made a strong name for himself in the Roman engraving world, opening a school and a workshop selling to the public and then founding, in 1785, a very active ceramic factory. His engravings dedicated to Raphael's Loggias and then to the Galleria Farnese had an extraordinary international circulation, and in this wake of the classicist axis romano were those by Guercino, whose Aurora, was considered by some authors and artists to be on a par with if not superior to Guido Reni's fresco of the same theme. The dedication to Angelika, whose importance as a key-figure in directing artistic and cultural choices in neoclassical Rome has not been sufficiently emphasized, is set at 1782 by Giorgio Marini, at the beginnings therefore of Volpato's relationship with the influential artist, to whose salon sphere he had wide access through her husband, Antonio Zucchi, also from Veneto. Indeed, it was Kauffmann herself who arranged the marriage of Giovanni's son, Giuseppe Volpato, to Maddalena Riggi, sister of the powerful banker Carlo Ambrogio, in 1788. Maddalena was among other things the Milanese beauty whom Goethe met at Castelgandolfo in the villa of Thomas Jenkins, an English art dealer and banker, who had moved to Rome in 1786 (see I. Marianelli Mariani, La fortuna visiva nei dipinti di Guercino nella Villa Ludovisi, p. 3). Magnificent proof, printed on contemporary laid paper and finely tempera-colored in period. Example applied on ancient support and lacking the inscriptions at the bottom, in excellent condition. Bibliografia ' G. Marini, Giovanni Volpato 1735 – 1803, p. 151; I. Marianelli Mariani, La fortuna visiva nei dipinti di Guercino nella Villa Ludovisi, p. 3. Cfr.
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