Gravures
Andrea Appiani (Milano 1754 – Milano 1817)
Apollo Citaredo
750,00 €
Il Bulino Antiche Stampe s.r.l.
(Milano, Italie)
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Détails
Description
misure: mm 134 x 119
Pittore e frescante. Nasce a Milano, ricevendo la sua prima formazione nella scuola privata di Carlo Maria Giudici, per poi entrare in contatto con Antonio De Giorgi e Giuliano Traballesi. Importanti sono anche gli studi di anatomia condotti con Gaetano Monti presso l’Ospedale Maggiore di Milano. Alla metà degli anni ’70 risalgono le sue prime commissioni. Verso il 1780 esegue affreschi nei palazzi milanesi Greppi e Diotti e collabora col maestro Traballesi nel Palazzo Arciducale. Il giovane pittore è molto richiesto e si cimenta anche come scenografo e figurinista a Milano e a Firenze, città in cui risiederà per due anni. Del 1791 è il viaggio che toccherà diverse città d’Italia quali Parma, Firenze, Roma e Napoli e che risulterà fondamentale per il raggiungimento della piena maturazione artistica. Al suo ritorno a Milano le commissioni diventano sempre più importanti, come le “Storie di Psiche” della Rotonda della Villa Arciducale a Monza e gli affreschi di Santa Maria presso San Celso a Milano. Nel 1802 è nominato Commissario di Belle Arti e l’anno seguente collabora con Giuseppe Bossi alla formazione della pinacoteca di Brera. Nel primo decennio del XIX secolo realizza nel Palazzo Reale di Milano “L’Apoteosi di Napoleone come Giove Olimpico”, le allegorie della “Temperanza”, della “Prudenza”, della “Giustizia” e della “Fortezza” per la Sala del Trono e trentanove monocromi per la Sala delle Cariatidi, oggi perdute o gravemente danneggiate durante i bombardamenti del 1943. Nel 1805, a coronamento di una carriera ufficiale iniziata sotto la Repubblica Cisalpina viene nominato Premier peintre di Napoleone. Appiani fu anche abile ritrattista, effigiando, oltre alla famiglia Bonaparte, i personaggi più in vista dell’aristocrazia milanese, quali per esempio Vincenzo Monti e Giovanni Battista Sommariva.
L’ultima grande opera di questo valente pittore è l’Affresco de “Il Parnaso”, dipinto per la Villa Belgiojoso-Bonaparte di Milano su commissione del Vicerè Eugenio di Beauharnais.
Nell'acquaforte sono rappresentate due figure stanti in un paesaggio bucolico. A sinistra Apollo Citaredo, padre della poesia, con calzari, un mantello di foggia classica e coronato di alloro, stringe con una mano la cetra appoggiata ad un piedistallo e tiene per mano un poeta scalzo e vestito alla maniera romana che tiene nella sinistra un foglio arrotolato. I due volti rigorosamente di profilo si guardano. Apollo pare voler incoraggiare il poeta, condurlo sulla strada della poesia. E’ evidente il rimando alla scultura classica, all’Apollo del Belvedere per esempio e ai modelli neoclassici quali l’affresco di Anton Raphael Mengs per la villa del Cardinale Albani. La raffigurazione di Apollo è stata affrontata da Appiani in molte occasioni, segnaliamo almeno un disegno conservato presso il Gabinetto dei disegni di Milano in cui è evidente il legame con la presente incisione: http://graficheincomune.comune.milano.it/GraficheInComune/immagine/Au.+A+48. Il segno è molto delicato, sembra voler imitare un disegno, pochi i tratti incrociati nelle rare zone in ombra. L’opera è sconosciuta alla bibliografia, si tratta probabilmente di una prova di lavoro che non ha avuto una tiratura regolare. Si ha testimonianza tuttavia dell’attività grafica di Appiani che ha realizzato alcuni incunaboli litografici misurandosi con una tecnica allora appena scoperta. Sul foglio a matita antiche scritte che riconducono l’opera ad Appiani, al verso Appiani, appianino sc. et inv.
Impressione eccellente, nitida dai neri delicati. Ottimo stato di conservazione. Buoni margini benché irregolari oltre la battuta del rame.
Questo foglio proviene da collezione privata lombarda, si conserva l’antico supporto, dove si trovava insieme ad un'altra litografia di Appiani raffigurante Un Satiro seduto in un paesaggio oggi presso la National Gallery of Art di Washington.(https://www.nga.gov/collection/art-object-page.214487.html)
Bibliografia: INEDITO