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Gravures

De STEFANI Carlo.

ALPES APUANAE. Tabula geognostica a C. De Stefani suo aere et opere nuper delineata. Dono dell'Autore al R. Governo Italiano.

1881

3000,00 €

Pera Studio Bibliografico

(Lucca, Italie)

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Détails

Année
1881
Graveurs
De STEFANI Carlo.
Thème
GEOGRAFIA E VIAGGI, INCISIONI E DISEGNI
Etat de conservation
En excellent ètat
Dédicacée
Oui

Description

Grande carta in formato cm.188x163, articolata in 20 pannelli applicati su tela, a comporre un insieme di grande effetto in scala chilometrica 1:25.000. Nella parte inferiore sinistra, su quattro pannelli, una legenda manoscritta, con indicazione dei colori usati per i rilievi geologici - stratigrafici nella carta e il nome dell'autore dei medesimi rilevamenti: "Rocce sedimentarie: Paleozoico carbonifero (2 sezioni; rilievi di De Stefani del 1874); Trias superiore (6 sezioni; rilievi di De Stefani, 1874-1880); Infralias (1 sezione; rilievi di Heer, Escher von der Linth, Cocchi); Lias inferiore (3 sezioni; rilievi di Cocchi, 1864); Lias medio (1 sezione; rilievi di De Stefani, 1875); Lias superiore (1 sezione; Capellini, 1862); Giura superiore (2 sezioni; rilievi di De Stefani, 1875-1880); Creta (4 sezioni; rilievi di De Stefani, 1875-1880); Eocene medio - parte inferiore (3 sezioni); Eocene medio - parte superiore (1 sezione; rilievi di De Stefani, 1876); Eocene superiore (4 sezioni; rilievi di De Stefani, 1876); Pliocene (1 sezione)". "Rocce eruttive: Eocene superiore (6 sezioni); Terreni superficiali post-pliocenici e recenti (2 sezioni, con 11 specifiche di rocce e strati)". Seguono 12 righe di "Osservazioni" manoscritte dell'Autore, dallo stesso firmate "Carlo De Stefani, Castelnuovo Garfagnana, 10 settembre 1881". La carta copre l'area grosso modo compresa tra le località di Fosdinovo, Bocca di Magra, Castelnuovo Garfagnana, San Rossore, Bagni di San Giuliano. la carta è in ottime condizioni di conservazione, intelata e più volte ripiegata, conservata in rustica cartella in mz.tela con piatti marmorizzati. Stupenda carta in grande formato, a stampa, con nitida coloratura a mano dei vari livelli stratigrafici, e testo interamente manoscritto e firmato dall'Autore. La coincidenza tra la datazione della carta e le notazioni manoscritte autografe, e il periodo di svolgimento del II° Congresso internazionale di geologia di Bologna (Settembre 1881) lascia aperta l'ipotesi che possa trattarsi dell'esemplare originale, dato anche che nessun esemplare compare in alcuna biblioteca italiana. "Carlo De Stefani (Padova, 9 maggio 1851 – Firenze, 12 novembre 1924) è stato un geologo, paleontologo e malacologo italiano. Studiò a Livorno, dove la famiglia si era trasferita dopo l'Unificazione nazionale. Nel 1870, conseguì la laurea in giurisprudenza presso l'Università di Pisa. Qui, complice il fervore degli studi geologici, fioriti grazie all'attività di Paolo Savi e di Giuseppe Meneghini, si appassionò di geologia. Tuttavia, almeno all'inizio della sua carriera, si applicò prevalentemente nell'economia politica. La pubblicazione della tesi di laurea, vertente su quell'ultima disciplina, gli schiuse, infatti, le porte dell'insegnamento, con la nomina a professore di statistica ed economia presso l'ateneo di Siena. Ai primi e pochi studi in questo ambito, interesse che non superò il decennio dalla laurea, De Stefani incominciò ad associare alcuni lavori a carattere geologico, in particolare conducendo esplorazioni nelle Alpi Apuane, dove scoprì numerosi reperti malacologici. I risultati, peraltro, confluirono in una specifica carta geologica, che presentò all'esposizione universale di Parigi del 1878, e in una serie di contributi a stampa realizzati anche con Dante Pantanelli. Nello stesso anno, a seguito di rilievi condotti nella parte meridionale della Calabria, ne pubblicò prima la relativa Carta geologica e successivamente una memoria paleontologica. Dal 1879 ingaggiò un'accesa polemica sia con il Comitato geologico (ideato un decennio prima da Igino Cocchi), a causa dell'eccessiva burocrazia e dell'arretratezza dei metodi (a carattere topografico e litologico) utilizzati negli studi finalizzati alla stesura della carta geologica, sia con Bernardino Lotti e Domenico Zaccagna, ispettori del corpo delle miniere incaricati dello studio geologico delle Alpi Apuane, ai quali rimproverava erronee valutazioni stratigrafiche e la non adeguata contestualizzazione dei dati delle indagini paleontologiche. Tale polemica, che si protrasse fino al 1882, se lo rese inviso a molti membri del Comitato, tra i quali il suo mentore Meneghini cui spettava la supervisione scientifica dei rilievi dei citati ispettori, fece guadagnare a De Stefani il sostegno di altri geologi, quali Torquato Taramelli e Antonio Stoppani, e lo spinse verso una carriera più marcatamente geologica. Infatti, lasciata la cattedra di Siena, collaborò dal 1883 con Stoppani, che era direttore del gabinetto di geologia dell'Istituto di Studi Superiori di Firenze, per poi prenderne il posto, dal 1885, nella cattedra di geologia e geografia. Sempre a Firenze, e dallo stesso 1885, diresse il Museo di geologia, incarico che avrebbe retto sino alla morte, incrementandone le collezioni. Socio della Società Geografica Italiana, dell'Accademia dei Lincei, dell'Accademia Nazionale delle Scienze, dell'Accademia dei Georgofili e della Société Géologique de Belgique, De Stefani fu tra i fondatori della Società Malacologica Italiana nel 1874, così come della Società Geologica Italiana, che presiedette nel 1896. Inoltre, a testimonianza dell'interesse per l'antropologia, con alcuni lavori che diedero anche un qualche influsso in Paolo Mantegazza, fu anche presidente della Società Italiana di Antropologia (1913-14). Ebbe anche alcuni incarichi politico-amministrativi: fu, infatti, per un lustro assessore ai Lavori pubblici del Comune di Firenze e, per un ventennio, consigliere provinciale a Massa (dal 1923 a Lucca) in rappresentanza del mandamento di Castelnuovo di Garfagnana. Morì, settantreenne, a Firenze, ma fu tumulato a Pieve Fosciana, lasciando molti dei suoi allievi e discepoli, fra i quali Giotto Dainelli, Giuseppe Stefanini, Ettore Artini, Paolo Principi e Ardito Desio, in un ruolo di primo piano nel panorama scientifico-geologico italiano. Nei suoi ambiti di ricerca, pubblicò oltre quattrocento fra carte, note, memorie e sa Codice libreria 151246.
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