Détails
Thème
simple, storia locale
Description
In 8 (cm 15,5 x 22), pp. (4) + 141 + (3) con 52 illustrazioni nel testo di Giulio da Milano. Lieve gora al margine esterno delle prime 30 pagine circa, piccola macchietta al margine inferiore del piatto posteriore e dell'ultimo foglio bianco con lieve mancanza al taglio del piatto. Alcuni fogli intonsi. Brossura editoriale. Edizione originale, rara, di questa guida letteraria della citta' di Torino, non certo rivolta ai visitatori stranieri o ai forestieri, ma scritta per i "flaneurs" di baudelairiana memoria, "per disorientarsi a Torino" e per quelli "che non possono soffrire i monumenti e risentono una spiccata avversione per tutto cio' che e' consacrato dai luoghi comuni della Storia e delle tradizioni". L'A., Ezio D'Errico (Agrigento 1892-Roma 1970), fu scrittore, commediografo, autore di romanzi gialli. L'opera vuole essere allo stesso tempo un libro d'arte nell'avvalersi delle 52 illustrazioni realizzate da Giulio Da Milano (Nizza, 1895 - Torino, 1990) che graficamente accompagnano il testo talvolta sovrapponendosi ad esso in un'interessante soluzione stilistica. Da Milano, allievo di Giacomo Grosso all'Accademia Albertina di Torino, aderi' ai movimenti d'avanguardia e condivise le istanze degli artisti che frequentavano La Coupole de Montparnasse (Kisling, Pascin, Derain, Vlaminck). Vicino al Gruppo dei Sei, fu uno dei maggiori rappresentanti della cultura artistica torinese degli anni Trenta e Quaranta. Si appassiono' poi alla grafica, divenendo anche illustratore di libri. Degno di nota anche il testo al colophon a cura dell'editore: "Questo volume puo' esser considerato il primo esempio di editoria antisanzionista. Ingegnosita' di tecnici e abilita' di maestranze hanno permesso infatti di realizzare, su carta di tipo comune, il libro d'arte accessibile al popolo". Fra i luoghi su cui si sofferma l'A.: la Dora, Porta Palatina, la diga del Po, la stazione di Cirie'-Lanzo, Piazza Vittorio Veneto, Corso Vigevano, Corso Regina Margherita, Piazza Statuto, ecc. D'Errico non manca di riferirsi al genere "giallo", citando Simenon per certe atmosfere che la citta' emana e gli comunica, e che si traducono per lui in visioni letterarie. Parlando di via del Fortino, una via abitata da onesti straccivendoli e presidiata dai soldati che montano la guardia, scrive che si tratta di "una stradicciola adatta per servire da sfondo a un romanzo poliziesco dal titolo 'Il delitto di via del Fortino'. Non un poliziesco americano alla Wallace o inglese alla Doyle ma un poliziesco francese alla George Simenon". In questa via, "il dramma poliziesco e' nell'aria, trapela fra le inferriate di una fabbrica di piastrelle chiusa da anni, aleggia sul corteo silenzioso degli spazzini che trascinano i loro carretti con lo sguardo fisso a terra.".