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Livres anciens et modernes

Musil Robert

Sulle teorie di Mach

Adelphi, 1973

30,00 €

Mazzei Libreria Antiquaria

(Bagnone, Italie)

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Détails

Année
1973
Lieu d'édition
Milano
Auteur
Musil Robert
Éditeurs
Adelphi
Thème
(Filosofia - Fisica - Prime edizioni italiane)
Langues
Italien

Description

In-16° (17,7 x 10,5 cm), pp. XII, 127, (5), copertina editoriale. Qualche traccia d'uso e del tempo alla copertina, in particolare, dorso leggermente scurito. Piccoli segni d'umido ai tagli, alcuni dei quali, a qualche pagina, giungono a interessare, per pochi millimetri, il bordo esterno dei margini bianchi. Per il resto, ben conservato. Titolo originale: Beitrag zur Beurteilung der Lehren Machs. Traduzione di Mazzino Montinari. Volume 3 nella collana «Piccola Biblioteca Adelphi». Prima edizione italiana. Quarta di copertina. Il testo che qui si presenta, spesso citato dai critici di Musil ma totalmente ignorato dal pubblico, anche nel mondo tedesco, è la tesi di dottorato che lo scrittore ventottenne discusse all’Università di Berlino nel marzo del 1908. Si tratta di uno studio dedicato all’esposizione e alla critica dell’attacco che Mach aveva mosso ai fondamenti della conoscenza scientifica. Musil aveva già pubblicato lo splendido Törless, dove problemi gnoseologici e scientifici sono in certo modo alla radice della sconvolgente narrazione, e la tesi su Mach, scritta due anni dopo, rappresenterà per lui quasi un bilancio di quegli studi scientifici che presto egli avrebbe abbandonato, inglobandone però i motivi nella immensa costruzione dell’Uomo senza qualità. Di fatto, chi conosce l’opera letteraria di Musil capirà facilmente come egli fosse affascinato dallo «scetticismo incorruttibile» di Mach (come lo definisce Einstein), che aveva messo in crisi tutte le sicurezze del positivismo più ortodosso. L’importanza della posizione di Mach fu riconosciuta anche da Lenin, che lo avrebbe attaccato frontalmente, proprio un anno dopo, nella sua più importante opera filosofica, Materialismo ed empiriocriticismo. Musil invece, se sottopone l’opera di Mach a una critica ‘immanente’, che ne individua le aporie e le insufficienze, non riesce tuttavia a nascondere la sua ammirazione per questo filosofo che aveva trovato nuove ragioni di dubbio radicale là dove tanti suoi contemporanei si abbandonavano alle più facili velleità di certezza. Si può dire così che l’insegnamento negativo di Mach si ritroverà in tutta l’opera successiva di Musil – e innanzitutto in quel «voto di sfiducia contro la realtà nella quale viviamo» che è stato una fra le ragioni della sua grandezza.
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