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Livres anciens et modernes

Bortolucci Giovanni

Sulla circolare 27 settembre 1880 concernente i Gesuiti espulsi dalla Francia. Interrogazione e discorsi pronunziati alla Camera nelle tornate delli 24, 26 e 27 novembre 1880

Tipografia eredi Botta, 1880

20,00 €

Gilibert Galleria Libreria Antiquaria

(Torino, Italie)

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Détails

Année
1880
Lieu d'édition
Roma
Auteur
Bortolucci Giovanni
Éditeurs
Tipografia eredi Botta
Thème
Politica, Religione cattolica, Compagnia di Gesù
Jaquette
Non
Etat de conservation
En excellent ètat
Langues
Italien
Dédicacée
Oui
Print on demand
Non
Condition
Ancien
Premiére Edition
Oui

Description

In-8°, pp. 51, brossura editoriale azzurra con titolo entro bordura e invio autografo del Bortolucci (Pavullo, 1819-Bologna, 1900), assai noto politico cattolico-liberale, al collega deputato Giuseppe Mussi (Milano, 1836-Baveno, 1904), deputato e senatore per il Partito Radicale (quindi stretto compagno di lotta politica di Cavallotti), Vicepresidente della Camera dal 1892 al 1894, Sindaco di Milano dal 1899 al 1903. Bell'esemplare. 'Nel 1865 [il Bortolucci] venne eletto deputato al Parlamento, ove rappresentò il collegio di Pavullo nel Frignano per sei legislature, fino al 1882. Alla Camera militò nel gruppo dei cattolici-liberali, insieme con V. D'Ondes Reggio, A. Conti, Valperga di Masino, C. Cantù e altri, propugnando ardentemente una politica governativa più conciliante nei confronti della Chiesa cattolica. Si oppose decisamente, con il D'Ondes Reggio, alle leggi eversive del 1866, e il 20 ag. 1870, insieme con altri deputati cattolici, si astenne nella votazione dell'ordine del giorno Mancini favorevole alla immediata annessione di Roma. La sua più importante battaglia parlamentare si ebbe il 24 genn. 1871, allorché prese la parola contro la legge delle guarentigie. Accusò il governo italiano di limitare la libertà della Chiesa, sostenendo che la maggioranza dei cattolici voleva il Papato in Roma, libero e indipendente, e che per la Chiesa era in quel momento più che mai necessaria una sovranità reale ed effettiva, mentre 'una licenza in ogni ordine di idee batte in breccia il principio di autorità e sotto il pretesto di libertà scuote i cardini supremi del vivere onesto e civile'. Nel 1879 il B. riprese ancora la parola alla Camera per opporsi al progetto di legge presentato dal guardasigilli Tajani sull'obbligo di far precedere il matrimonio civile a quello religioso. Fu anche processato per aver attaccato, sul Diritto cattolico di Modena, il ministro Mancini e il suo progetto di legge contro gli abusi del clero. Sempre nel 1879 prese parte attiva, con diversi cattolici liberali, quali A. Conti, Valperga di Masino, C. Cantù, C. Santucci e altri, alle riunioni in casa Campello: tentativo, poi fallito, di dar vita a un partito conservatore cattolico che fosse la premessa per l'abolizione del non expedit da parte di Leone XIII.' (Francesco Malgeri in D.B.I., XIII, 1971).
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