Détails
Auteur
Bollea Luigi Cesare
Éditeurs
Tip. Cattaneo Novara
Thème
Storia locale Piemonte, Bricherasio, Legatura
Description
Due voll. in 8 cm. 23,6x17; Vol. CXVIII Biblioteca Società Storica s Subalpina pp. XVIII-757-(3); Vol. XCIX della Biblioteca della Società Storica Subalpina pp. (12-610-(2); Splendida legatura in piena pelle di scrofa bianca alle armi dei Cacherano signori di Bricherasio impresse al piatto principale con scudo della casata sorretto da aquila bicipite imperiale inciso a secco con inchiostro nero e motto “surete” cornice a secco ai piatti con angoli floreali a secco; dorso 4 nervetti con titolo e fregi neri; tagli dorati conservata la copertina editoriale con la campitura delle onde bianche e nere dello stemma della casata. Nel primo volume di storia moltissime illustrazioni f.t e alberi genealogici, e due tavv. in cromolitografia tra cui la riproduzione del quadro di L. Delleani nel Palazzo Cacherano di Bricherasio in Torino che documenta, auspice il Conte Emanuele Cacherano di Bricherasio, la storica firma di costituzione della “Prima Fabbrica Italiana di Automobili FIAT”. L’autore, lo storico Luigi Cesare Bollea (Azeglio 1877-Torino 1934) allievo di Ferdinando Gabotto e grande conoscitore della storia del Piemonte, racconta con grande dettaglio e documentazione la storia di Bricherasio dalle origini al Risorgimento . Entrambi i volumi vantano una illustre provenienza: sui due esemplari alla prima pag. bianca dopo il foglio di sguardia vi è la dedica manoscritta in inchiostro “A S.E.R. Monsignor Filippo Perlo pioniere civilizzatore apostolo con santità eccelsa generosità italiana tenacia piemontese” firmato C.E. Bricherasio: C(onte) E(manuele) (Cacherano) di Bricherasio figlio del citato fondatore della FIAT. Il beneficiario del volume in dono è il Vescovo Filippo Perlo (1873-1948) delle Missioni Consolata di Torino che si distinse nelle fondazioni delle nuove missioni cattoliche in Kenia. Nella stessa pag. segue una annotazione a matita “e da Mons.Filippo Perlo donato a me il 15 Gennaio 1932-X a Roma d.v.d.v.c. (De Vecchi di Val Cismon) il cui ex libris xilografico è incollato al contropiatto dei due volumi a documentarne l’illustre provenienza. De Vècchi, Cesare Maria, conte di Val Cismon. - Uomo politico italiano (Casale Monferrato 1884 - Roma 1959); decorato al valore nella guerra 1915-18, fu tra i promotori del fascismo piemontese. Deputato dal 1921, fu uno dei quadrumviri della marcia su Roma e successivamente comandante generale della M.V.S.N. Per pochi mesi sottosegretario nel primo governo Mussolini, fu poi governatore della Somalia (1923), dove estese l'effettivo dominio italiano a tutto il territorio, ambasciatore presso la S. Sede (1929-35), ministro dell'Educazione nazionale (1935-36), governatore delle Isole dell'Egeo fino al 1940. Fu nominato senatore del regno (1924) e insignito del titolo di conte di Val Cismon (1925). Accademico d'Italia e presidente dell'Istituto per la storia del Risorgimento. Nel fascismo rappresentò la corrente più filomonarchica e, dopo le vicende del 1922-23, il suo peso effettivo nel ristretto gruppo dirigente fascista fu piuttosto modesto. Nella seduta del Gran consiglio del fascismo del 24-25 luglio 1943 votò l'ordine del giorno Grandi e fu perciò condannato a morte, in contumacia, dalla R.S.I. nel processo di Verona (1944). In seguito all'emanazione delle norme per la repressione dei delitti fascisti fu condannato (1947), in contumacia, a lieve pena. (Treccani.it)