Scritti politici.

209 p. ; 21 x 13 cm. Imre Nagy è stato uno dei protagonisti della rivoluzione ungherese dell'autunno del 1956. Proveniente da una famiglia contadina, aderì al bolscevismo durante la prigionia in Russia, nel corso della prima guerra mondiale. Tornato in Ungheria nel 1918, ma costretto all'esilio dopo la repressione dell'esperienza comunista del 1919, dal 1930 risiedette in URSS ed entrò nella dirigenza del partito comunista ungherese in esilio. Tornato in Ungheria, divenne ministro dell'Agricoltura (1944-45), degli Interni (1945-46) e diede inizio alla riforma della proprietà agraria; nel 1949 si oppose alla politica di collettivizzazione dell'agricoltura perseguita dalla direzione del partito, guidato da M. Rákosi. Primo ministro dal 1953, Nagy adottò una politica riformista, ma fu fortemente contrastato da Rákosi e nell'aprile del 1955 venne allontanato dal governo ed espulso dal partito, nel quale fu riammesso solo il 13 ottobre 1956. Nuovamente primo ministro dal 24 ottobre, Nagy gestì la crisi rivoluzionaria in corso adottando inizialmente un atteggiamento di mediazione e sostenendo, successivamente, le richieste degli insorti (multipartitismo, uscita dell'Ungheria dal patto di Varsavia). Dopo l'avvio della repressione da parte sovietica Nagy si rifugiò presso l'ambasciata iugoslava. Arrestato il 21 novembre, venne condotto in Romania dove fu processato e condannato a morte. Il libro raccoglie gli scritti politici più significativi di Nagy, una introduzione di François Fejtö. Legatura editoriale, coperta in cartone rigido con impresso il titolo in nero al piatto e al dorso. Sovraccoperta illustrata (b/n) in carta colorata (b/n e verde) con alette. La sovraccoperta con vari segni del tempo, strappi e lacerazione dei profili, pagine interne ingiallite con fioritura. Esemplare da studio. Codice libreria 4788.