Riflessioni critiche sopra li costumi ridicoli introdotti in questo Secolo nella civile Società

In 8° (cm 10,8 x 18), legatura ottocentesca mezza pelle con titoli e fregi in oro al dorso, cc (4), pp 255, (1), incisione allegorica di Zuliani in antiporta raffigurante giovane donna nuda, irradiante luce sopra il capo, a cui fanno corona uomini e donne di ogni estrazione sociale, dal gentiluomo al popolano al buffone, che lasciati da parte gli strumenti del proprio mestiere -asce, forbici, squadre- ascoltano intenti. Esemplare in buone condizioni. Nell'Imprimatur troviamo citato il nome del traduttore, Giovanni Sappetti Cosentino. I 'costumi ridicoli' della società bersaglio degli strali dell'A. (m. 1734), abate pedagogo che si ispira ai Caratteri di Teofrasto così come a quelli di La Bruyère, sono Ruvidezza, o incapacità, per provincialismo o inadeguatezza, di rapportarsi al prossimo in modo cortese; Inconsideratezza, propensione a rivelare segreti propri ed altrui, per cui si rischia di finire alla Bastiglia, o di tornarvene, se se n'è appena usciti; Affettazione, tendenza a simulare pregi e dissimulare difetti; Vanagloria; Cattivo gusto, in un'epoca di decadenza; 'Impostura, o Finzione; Spirito fastidioso; Inconvenienza; Prevenzione; Albagia; Contrattempi, stravaganza; Falsa delicatezza; Inconvenienze. In tutti questi Ridicoli, primeggia il sesso femminile, descritto come ciarliero, immodesto, falso, avido, invidioso, geloso, meschino, stolto, debole in ogni senso. L'ultima pagina contiene una pubblicità dei libri stampati dal Pasinelli, con descrizioni e prezzi. SBN censisce come a se stanti tre esemplari di questa edizione del 1744, ne esiste altra ediz. in due tomi.