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Livres anciens et modernes

Artom Alessandro - Einaudi Luigi (Et Alii)

Regio Museo Industriale Italiano in Torino. Conferenze tenute nell'anno 1902

Tipografia Roux e Viarengo, 1903

100,00 €

Gilibert Galleria Libreria Antiquaria

(Torino, Italie)

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Détails

Année
1903
Lieu d'édition
Torino
Auteur
Artom Alessandro - Einaudi Luigi (Et Alii)
Éditeurs
Tipografia Roux e Viarengo
Thème
Scienze, Radiotelegrafia, Piemonte
Jaquette
Non
Dédicacée
Non
Print on demand
Non
Condition
Ancien
Premiére Edition
Non

Description

In-8°, pp. 111, brossura editoriale azzurrina. Numerose figg. xilografiche n.t. e 14 tavv. fotografiche in b.n. f.t. con 28 figure riproducenti cartiere, procedure legate alla fabbricazione della carta, fibre della carta viste al microscopio, etc. Bell'esemplare. Unica edizione, rara, comprendente un importante contributo di radiotelegrafia di Alessandro Artom, 'Le onde hertziane e la telegrafia senza fili' (pp. 72-97). In fine l'autore auspica il trionfo della telegrafia senza fili di Marconi e in una nota precisa: 'Questa conferenza era già in corso di pubblicazione, quando giunse la notizia che Guglielmo Marconi aveva potuto inviare radiotelegrammi attraverso all'Atlantico'. Comprende, inoltre: 1) Ignazio Verrotti, Gli accumulatori elettrici. Conferenza tenuta nel R. Museo Industriale Italiano il 4 maggio 1902, pp. 7-45. 2) Luigi Einaudi, L'arbitrato industriale. Conferenza tenuta. domenica 11 maggio., pp. 46-59. 3) Effren Magrini, L'ingegneria sociale, pp. 60-71. 4) Michelangelo Scavia, L'industria della carta, pp. 98-111. Alessandro Artom (Asti, 1867–Roma, 1927), inventore dell'antenna radio direzionale e del radiogoniometro, fu tra i massimi studiosi della radiotelegrafia. Assistente di Galileo Ferraris, iniziò la propria carriera nelle applicazioni radiotelegrafiche, in seguito alle scoperte del periodo di Guglielmo Marconi e dei suoi studi sulle onde elettromagnetiche e sulle comunicazioni senza filo. Fondatore della Scuola Superiore di comunicazioni elettriche, in questa sua significativa conferenza egli esaltò appassionatamente l'opera di Marconi, senza però, in un estremo atto di modestia, fare il minimo riferimento agli esperimenti che egli stesso aveva iniziato e che avevano spianato la strada agli studi marconiani.