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Livres anciens et modernes

Danilo Dolci

RACCONTI SICILIANI

GIULIO EINAUDI, 1963

13,50 € 15,00 €

Studio Maglione Maria Luisa

(Napoli, Italie)

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Détails

Année
1963
Lieu d'édition
TORINO
Auteur
Danilo Dolci
Volume
1
Série
Volume 18 di I nuovi coralli
Éditeurs
GIULIO EINAUDI
Format
20 cm
Thème
Narrativa, Letteratura Italiana, Sicilia, Racconti
Description
BROSSURA
Jaquette
Non
Etat de conservation
En excellent ètat
Langues
Italien
Reliure
Couverture souple

Description

LIEVI FIORITURE E LIEVI SEGNI DEL TEMPO ALLA COPERTINA; PER IL RESTO PERFETTO, MAI SFOGLIATO.

Una raccolta di racconti in cui scorre la storia del Sud: il feudo e la riforma agraria, i morti ammazzati, gli sbirri nemici, la malattia, la miseria. Voci, vite vissute, storie vere dalla penna di un poeta.

"Questo libro comprende alcuni racconti più significativi che ho raccolto dal 1952 al 1960 tra la povera gente di quella parte della Sicilia in cui operiamo. Ho scelto i meglio leggibili badando a non sforbiciare liricizzando, temendo soprattutto che la scoperta critica, il fondo delle reazioni di chi legge, rischino di dissolversi in godimento estetico: tanto sono espressive, belle direi, alcune di queste voci". Forse è tempo di una 'renaissance' di Danilo Dolci, della sua lezione di metodo, dopo la clamorosa attenzione risvegliata nei suoi contemporanei e la parziale dimenticanza degli ultimi anni. Fu infatti, per la questione sociale in Italia, un uomo di svolta epocale, un Gandhi italiano, essendo riuscito a inserire tra l'indifferenza delle classi dirigenti e l'economicismo prevalente delle lotte sindacali, il cuneo della denuncia pacifista, fatta di resistenza passiva, di pratica dell'obiettivo, di scioperi alla rovescia, di digiuni collettivi, di fusione dei diritti sociali nei diritti umani. Un acuto pungolo che spinse i migliori intellettuali italiani e gran parte del giornalismo a guardare finalmente al mondo degli ultimi, e costrinse l'opinione pubblica delle classi dirigenti a prenderne atto. Partiva dal presupposto, arduo allora come oggi, che per conoscere i poveri bisognasse vivere come loro, condividerne i bisogni materiali e la condizione spirituale; e che per far conoscere i poveri bisognasse render loro la voce. Era ciò che chiamava "l'inchiesta": la bocca dei piccoli che parla. E fece scoprire, come spiegava Carlo Levi nel brano riportato a introduzione del volume, "la forza dei piccoli: l'immensa energia che si libera nel momento stesso in cui l'esistenza si realizza per la prima volta e prende, per la prima volta, coscienza di sé". Sono "inchiesta" questi racconti. Voci, vite vissute. Esse coprono tutto il ventaglio della stratificazione sociale della Sicilia arretrata di allora, dal cacciatore raccoglitore di conigli, anguille e verdure, all'ultima principessa; e ci giungono in prima persona con effetto straniante dall'estremo lembo di un interminabile feudalesimo sul punto di fuoriuscire dalla storia. Documento di un passato prossimo inverosimile. Ma offrono anche il piacere letterario dell'opera di un poeta, quale Dolci era, che, per quanto tema lo smarrimento del lettore "in godimento estetico", non riesce a non soffermarsi beatamente nell'incanto di personaggi che sanno rappresentare il dolore di storie vissute in sogni magnifici di armonia con il tutto.

Descrizione bibliografica
Titolo: Racconti siciliani
Autore: Danilo Dolci
Introduzione e note di: Sebastiano Vassalli
Edizione: 2, aumentata
Editore: Torino: Giulio Einaudi, 1963
Collana: Volume 18 di I nuovi coralli
Lunghezza: 251 pagine; 18 cm
Soggetti: Narrativa, Letteratura Italiana, Palermo, Pastori, Braccianti, Spiccia-faccende, Industriali, Guaritrici, Becchi Gialli, Racconti, Fabbriche, Sicilia, Petrolio, Banditi a Partinico, Inchiesta Spreco, Chi Gioca Solo, Non-violenza, Aldo Capitini, Lenin, Calamandrei, Classici, Gialli, Noir, Racconti, Cultura locale, Folklore

Parole e frasi comuni
ammazzato animali bambini Banco di Sicilia Bernardino Verro bombe buttano Camera del lavoro camminano capito carabinieri casa cinque compagni contadini cooperativa Corleone donna erano eravamo faccio face famiglia fascismo feudo figlio frana fratello galera gente mormorava gioco giorno giro l'acqua ammazzarono L'indomani lire madre mafia mafiosi male mandato mano marito mattina Menfi mesi messo mette mezzadri mezzo mignatte moglie Montelepre notte padre paese Palermo pane parlare Partinico passa paura persone pesci piangere piccolino piccolo piedi pietra piglia Placido Rizzotto proprietario quattro ragazza Roccamena sangue Sciacca Selinunte soldi sparato sposare strada terra Terrasini testa tira Trappeto vacche vermi

Edizione: seconda, aumentata
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