Raccolta di dodici principali vedute di Torino (legato con:) XII Vedute dei dintorni di Torino parte II delle XII vedute di detta città di Torino. (legato con:) 3 vedute di Torino, Piazza Vittorio Emanuele, Piazza Carlo Felice e Ponte Nuovo sulla Dora

>due opere in un volume in-folio oblungo (283x370 mm), legatura posteriore in m. pelle, titolo in oro su tassello di recupero al dorso, piatti in carta marmorizzata. Insieme inusuale, di complessive 26 vedute comprese le due tavole di frontespizio (276x356 mm inclusi margini) di Torino e suoi dintorni, incise all'acquatinta, in bistro che esalta i chiaroscuri dell'acquatinta. La prima opera si compone infatti di 14 tavole, di cui 11 della prima edizione del 1817 ( su 12, mancando la tavola Entrata da Porta Nuova), a cui furono aggiunte altre 3 sconosciute alla Peyrot e alle bibliografie consultate: le vedute di Piazza Vittorio Emanuele, Piazza Carlo Felice e Ponte Nuovo sulla Dora (Ponte Mosca), tutte disegnate da Nicolosino e incise da Citterio. L'impianto grafico e i dati tipografici sono somiglianti a quelli della seconda opera (anch'essa tutta disegnata da Nicolosino), ed è probabile siano state impresse in quegli stessi anni e vendute singolarmente, rilegate insieme  in questo esemplare per uniformità stilistica. Al tempo, sia Piazza Carlo Felice sia il Ponte Mosca erano in costruzione, le due vedute rappresentano quindi una delle più antiche testimonianze storico-artistiche di questi siti. Le tre tavole, pur sciolte, sono rare a trovarsi.  Le altre vedute della prima opera sono incise da Biasioli, Castellini, Zanconi, Castelli, Losé e disegnate da diversi artisti, non soltanto torinesi: Luigi Vaca (Vacca), A. J. Moutier, A. Chenavard. E' dedicata al marchese Thaon di Revel Governatore Militare di Torino, figura emblematica nel rientro dei Savoia nella capitale subalpina. Le 12 vedute della seconda opera, Dintorni di Torino, sono invece incise da Landini, Biasioli, Angeli e tutte disegnate da Marco Nicolosino. Prima edizione di entrambe le opere. Ottimo esemplare, assai fresco, particolare poiché il legatore lo assemblò con le tavole a sua disposizione, tra cui le tre non censite dalle bibliografie consultate.   Peyrot I 278 e 314; Castelnuovo e Rosci, Cultura figurativa e architettonica negli Stati del Re di Sardegna, III/pp. 1263-5.