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Thème
Letteratura italiana - (Poesia, Novecento)
Description
Vallecchi Editore, Firenze, 1954. In 8vo piccolo, pp. 84 (con Indice), bross. edit. in carta. Conservato l'estratto editoriale. Premio Viareggio 1954. Nacque a Firenze il 5 agosto 1895 da Ranieri e da Zaira Evangelisti. Di famiglia borghese, era pronipote del pittore Giovanni Fattori. La madre fu insegnante di lingua francese e collaboratrice di periodici letterari. Interventista convinto, allo scoppio della guerra Nannetti si arruolò volontario negli alpini, ottenendo anche due ricompense al valore e rimanendo prigioniero nel 1917. Tra i firmatari del manifesto "La scienza futurista", durante il conflitto collaborò con il periodico "L’Italia futurista" pubblicando «parole in libertà» (Piccoli posti; Quattro passi; [Ebbrezza] Nottambulo; Giardino pubblico; Fragilità) e vignette inviate dal fronte tra il 1916 e il 1917. Dopo il congedo si laureò in scienze naturali e iniziò la carriera dell’insegnamento. Superata ben presto l’adesione al futurismo, si dedicò quasi esclusivamente alla produzione letteraria, mettendo da parte l’impegno nel campo figurativo. Collaboratore di Solaria dal 1928, frequentò assiduamente insieme alla moglie Matilde Marchioni il caffè le Giubbe rosse e strinse amicizia con i principali animatori dello scenario letterario e culturale fiorentino, in particolare con Alberto Carocci, Alessandro Bonsanti, Elio Vittorini, Eugenio Montale, Arturo Loria. Proprio per le edizioni di Solaria uscirono negli anni Trenta le sue prose In concomitanza con un progressivo distacco dagli ambienti intellettuali fiorentini, sancito anche dalla chiusura di Solaria, nel 1939 Nannetti chiese e ottenne di insegnare all’estero (sappiamo che fu a Bucarest e a Budapest). Tornato in Italia, proseguì l’attività didattica a Firenze presso il liceo Michelangiolo e nel contempo concentrò in massima parte i suoi interessi letterari nella produzione di versi, i cui primissimi frutti risalivano del resto già al 1912-15. Nel 1954 pubblicò a Firenze le Poesie (con cui ottenne il premio Viareggio). Con questa silloge, suddivisa in cinque sezioni (oltre alla già edita Declamazione, Soste del malumore, 1948-50; Dimostrazione dell’autunno, 1952; Polifemo, maggio-giugno 1953; Varie, 1953), Nannetti proseguì lungo il solco già segnato da Declamazione, riprendendo e modulando il tema della profonda inquietudine e dei conflitti interiori lasciando talvolta affiorare sullo sfondo la possibilità della soluzione del tormento esistenziale. Negli ultimi anni di vita, sospinto da una sempre più urgente interrogazione religiosa e metafisica del reale, lavorò all’ultima e più ambiziosa opera poetica, l’Apocalisse in barocco, edita a Firenze nel 1957 poco dopo la sua morte. Approdo e culmine del percorso poetico e umano di Nannetti, l’"Apocalisse in barocco", con prevalenza di endecasillabi, si colloca in una prospettiva ormai palesemente sovrannaturale ed escatologica, in virtù della quale lo sguardo sulla morte e sulla fine del mondo si coniuga con la certezza della superiore riconciliazione nella trascendenza divina. Morì a Firenze l’11 giugno 1957. (Cfr. Enciclopedia on line Treccani). Allo stato di nuovo.