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Livres anciens et modernes

Aceti De' Porti Serafino

Opera Nova del discernimento delli Spiriti, composta per il Reverendo P. D. Seraphino di Fermo

Ruffinello Venturini (?), 1545

850,00 €

Gilibert Galleria Libreria Antiquaria

(Torino, Italie)

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Détails

Année
1545
Lieu d'édition
Mantova
Auteur
Aceti De' Porti Serafino
Éditeurs
Ruffinello Venturini (?)
Thème
Riforma e controriforma, Cinquecenteine
Jaquette
Non
Dédicacée
Non
Print on demand
Non
Condition
Ancien
Premiére Edition
Non

Description

In-8° (14,3x9,8 cm). 50, (2) carte [ultima bianca]. Cartonatura ottocentesca, tagli rossi a spruzzio, una firma al titolo, bell'esemplare. Aceti de’ Porti Serafino, canonico regolare lateranense, poeta. Nato a Fermo (AP) nel 1496 e morto a Bologna nel 1540. Studiò a Ravenna e poi a Padova dove incontrò probabilmente A.M. Zaccaria. Divenuto canonico lateranense, acquistò fama come predicatore e autore di libri spirituali. Forse ebbe rapporti con il confratello Pietro da Lucca, da lui menzionato come confessore di Gentile da Ravenna e definito “huomo di dottrina et di santità rarissimo” (Vita di due beatissime donne.), ma fu soprattutto vicino agli ambienti dei primi barnabiti; subì fortemente l’influsso di Battista da Crema di cui difese e divulgò le opere e fu tra i primi estimatori dell’angelica, Paola Antonia Negri. Di fra Battista scrisse l’Apologia, pubblicata nel 1541 e inserita nell’Index di Roma del 1559 e 1564. L’interdizione di Spagna, 1559, 583 riguarda le sue opere spirituali in castigliano e in lingua volgare. Serafino non poté conoscere Margherita a causa della sua giovane età, ma conobbe certamente Gentile da Ravenna di cui si professava figlio spirituale e indica nelle due beate Margherita e Gentile le ispiratrici di alcune sue dottrine. Compose la vita delle due donne in un opuscolo dal titolo “Vita di due beatissime donne, Margherita et Gentile, brevemente per don Serafino da Fermo raccolta.” edito per la prima volta a Mantova nel 1545. La fama di santità di Margherita da Russi, morta nel 1505, e Gentile da Ravenna, morta nel 1530, si deve soprattutto all’opera di divulgazione sopra citata e alla presente “Opera nova del discernimento degli spiriti”. Le due beate sono da ascriversi tra le cosiddette sante vive, fenomeno religioso sviluppatosi nella prima metà del XVI secolo e profondamente analizzato da Gabriella Zarri nel suo volume “Le sante vive” edito da Rosemberg & Sellier nel 1990. La riforma protestante, la divisione della cristianità e la presenza di “illuminati”, che si propongono come profeti vengono interpretati nell’opera in esame come segno degli ultimi tempi: essendo questo “il tempo d’apparecchiar la sedia ad Antichristo”. Margherita e Gentile sono presentate come maestre, hanno un nutrito numero di discepoli e anch’esse, come altre sante vive profetizzano. Pur riconoscendo a Gentile virtù taumaturgiche, Serafino sottolinea il rifiuto della donna a compiere miracoli. I miracoli dovevano essere evitati nel periodo storico in cui l’Aceti scriveva: “essendo ora vicino l’avenimento di Anticristo, non si convene che li santi vengano con miracoli; perché con questo mezzo anthicristo trarrà a se gran moltitudine” (Capitolo XII, c. 34). EDIT 16/ICCU/CNCE/185.