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Livres anciens et modernes

Clemente V, Sisto Iv, Giulio Ii

Monitoria et declarationes excommunicationis contra Venetos promulgatae a Clemente V. Sixto IV. et Iulio II. Romanis pontificibus

Ex Typographia Vaticana - Guglielmo Facciotto,

1500,00 €

Pettini Antonio Libreria

(Roma, Italie)

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Détails

Lieu d'édition
Roma
Auteur
Clemente V, Sisto Iv, Giulio Ii
Éditeurs
Ex Typographia Vaticana, Guglielmo Facciotto
Thème
interdetti pontifici chiesa cattolica pontefici catholic church, papal interdicts pontiffs politica ecclesiastica holy see, politics storia venezia guerra dell’interdetto history venice, paolo sarpi censura censorship
Langues
Italien

Description

In-4°, (2cc), Clemens papae V. Monitorium, & declaratio excommunicationis, interdicti, & aliarum poenarum ecclesiasticarum contra Venetos . 12cc; Sixti papae IV. Declaratio & promulgatio excommunicationis, interdicti, & aliarum censurarum contra Venetos .(10cc); Iulii papae II. Monitorium, & declaratio excommunicationis, interdicti, & aliarum censurarum ecclesiasticarum contra Venetos .(10cc) + Mandata Reipub. Venetae ad concordandum cum Iulio II (8cc)+ Absolutio Venetorum ab excommunicatione & anathemate per Iulium II (2cc) La ripresa dell'economia veneziana fu accompagnata, negli anni a cavallo tra Cinquecento e Seicento, dalla ricerca di un'autonomia dalla Spagna e dal papato. La ricerca dell'autonomia – che spinse Venezia a stabilire accordi diplomatici con i principi protestanti, con l'Inghilterra e la Francia di Enrico IV – condusse la Repubblica a crescenti tensioni e poi allo scontro con la chiesa romana, guidata all'epoca da papa Paolo V. La fase più acuta della contrapposizione si verificò con la vicenda dell'"interdetto" (1606-1607). In questa occasione, Venezia non si piegò alle richieste del papa di abrogare alcune leggi che regolavano la proprietà ecclesiastica nel territorio della Repubblica, rifiutandosi anche di consegnare due sacerdoti veneziani, accusati di delitti comuni, che l'autorità religiosa pretendeva di giudicare secondo i propri codici e di sottrarre così alla giurisdizione civile. Di fronte all'"interdetto", cioè alla scomunica comminatale da Roma, la Serenissima reagì con vigore: furono tra l'altro espulsi da Venezia i gesuiti, il potente ordine religioso identificato come strumento delle interferenze papali nella vita della Repubblica. Dopo una fase di tensioni crescenti, in cui Venezia ottenne l'appoggio degli stati protestanti, la vicenda si avviò alla sua conclusione grazie a un compromesso, favorito dal re di Francia. The recovery of the Venetian economy was accompanied, in the years between the sixteenth and seventeenth centuries, by the search for autonomy from Spain and the papacy. The search for autonomy - which led Venice to establish diplomatic agreements with the Protestant princes, with England and the France of Henry IV - led the Republic to growing tensions and then to the clash with the Roman church, led at the time by Pope Paul V. The most acute phase of the opposition occurred with the "interdetto" (1606-1607). On this occasion, Venice did not bow to the pope's requests to repeal some laws that regulated ecclesiastical property in the territory of the Republic, also refusing to hand over two Venetian priests, accused of common crimes, which the religious authority claimed to judge according to their own codes and thus remove from civil jurisdiction. Faced with the "interdict", that is the excommunication imposed by Rome, the Serenissima reacted vigorously: among other things, the Jesuits, the powerful religious order identified as an instrument of papal interference in the life of the Republic, were expelled from Venice. After a phase of growing tensions, in which Venice obtained the support of the Protestant states, the affair was drawn to its conclusion thanks to a compromise, favored by the King of France.
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