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Livres anciens et modernes

Daniel Heller-Roazen, Giuseppe Lucchesini

Lingue oscure. L'arte dei furfanti e dei poeti

Quodlibet, 2019

18,05 € 19,00 €

Quodlibet

(Macerata, Italie)

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Détails

Année
2019
ISBN
9788822902788
Auteur
Daniel Heller-Roazen
Pages
237
Série
Saggi (14)
Éditeurs
Quodlibet
Format
225×140×20
Thème
Linguistica storica, Linguistica storica e comparata, Studi letterari: generale
Traducteur
Giuseppe Lucchesini
Etat de conservation
Neuf
Langues
Italien
Reliure
Couverture souple
Condition
Neuf

Description

Sembra incontestabile che il linguaggio serva a comunicare, ma la parola può assolvere anche un'altra funzione: quando è necessario, essa confonde e occulta. Lo sanno gli adulti e i bambini, i filologi e i banditi: tra le facoltà implicite del linguaggio, c'è quella di smontare e ricostruire una lingua per farne un idioma nuovo, sconosciuto, accessibile soltanto a pochi. È dal Quattrocento, in Europa, che si attestano le prime lingue intenzionalmente segrete. Sviluppate da malviventi e briganti, queste si diffusero in tutti i volgari moderni: dal gergo dei banditi francesi al thieves' cant dell'Inghilterra rinascimentale, dal dialetto dei ladri denunciato da Martin Lutero ai furbeschi degli imbroglioni italiani, portoghesi, spagnoli. Ma l'arte di forgiare parole impenetrabili risale molto più indietro nel tempo, e non è sempre stata legata a tali equivoche finalità. In India, nell'antica Grecia e a Roma, in Provenza e in Scandinavia, cantori e scribi si sono appropriati delle lingue intorno a loro e le hanno alterate, non per ingannare, bensì per rivelare e tramandare un'entità sacra: l'idioma degli dèi, del quale i veri maestri – così si diceva – erano i poeti e i sacerdoti. "Lingue oscure" si destreggia tra questi multiformi linguaggi ermetici. Dall'argot criminale al gergo degli spiriti, dal lavoro di Saussure e Jakobson sugli anagrammi e le strutture subliminali nella poesia, fino al codice segreto che il dadaista Tristan Tzara pretendeva di aver scoperto nelle opere di Villon, "Lingue oscure" esplora le arti condivise da furfanti ed enigmisti che seppero giocare a scacchi col suono e col senso delle parole.
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