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Livres anciens et modernes

Redi Francesco

Lettere di Francesco Redi gentiluomo aretino dedicate all'Illustrissimo Signore Antonio Vallisnieri de' Nobili di Vallisniera, Pubblico Primario Professore di Medicina Teorica nell'Università di Padova e Medico di Camera di S. M. Cattolica Cesarea.

Appresso Giuseppe Manni,, 1724

600,00 €

Zanfrognini Antonio Studio Bibliografico

(Modena, Italie)

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Détails

Année
1724
Lieu d'édition
In Firenze,
Auteur
Redi Francesco
Éditeurs
Appresso Giuseppe Manni,
Thème
MEDICINA AREZZO BIOLOGIA SPERIMENTALE PRIME EDIZIONI REDI, MALPIGHI STORIA NATURALE PARASSITOLOGIA
Langues
Italien

Description

In 8° (20,5x14,8 cm); (2b.), 18, 446, (8) pp. Legatura coeva in cartoncino molle con titolo e fregi rubricati da mano coeva al dorso. Due forellini di tarlo alle ultime due carte (che contengono l'Approvazione di Stampa e l'elenco di alcuni volumi stampati da Manni). Alcune leggere bruniture in alcune pagine dovute alla qualità della carta prima della stampa dell'opera e per il resto esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Prima rarissima edizione, due soli esemplari censiti in ICCU, di questa importantissima raccolta di lettere mediche del grande medico, naturalista e letterato aretino, Francesco Redi (Arezzo, 18 febbraio 1626 - Pisa, 1º marzo 1697) considerato come il fondatore della biologia sperimentale, e padre della parassitologia moderna. L'opera qui presentata raccoglie diverse lettere del Redi inviate a diversi celebri medici, scienziati e letterati del tempo come Alessandro Marchetti, Benedetto Menzini, Carlo Dati, Carlo Maria Maggi, la Regina Cristina di Svezia, Domenico Bottoni, Donato Rossetti, Francesco Rasponi, Gio. Battista Fossombroni, Giovanni Giacomo Manget, Giovanni Neri, Giuseppe del Papa, Giuseppe Segni, Giuliano Bandinelli, Giuseppe Valletta, Giuseppe Zambeccari, Lorenzo Bellini, Lorenzo Magalotti, Marcello Malpighi, Marco Mancini, Maria Selvaggia Borghini, Niccolò Pallavicino, Paolo Falconieri, Paolo Segneri Andrea Forzoni, Pier Maria Baldi, Rinaldo degli Albizi, Stefano Pigantelli Vincenzio da Filicaia, Vincenzo Viviani ecc. ecc. Le lettere toccano i più diversi argomenti e si va dalle disquisizioni letterarie, alle descrizioni di casi medici, dalle nuove teorie scientifiche agli esperimenti scientifici del Redi. Il grande aretino "Studiò a Firenze e a Pisa e lì si laureò nel 1647 in Filosofia e Medicina. Dopo la laurea Redi frequentò per tutto il 1648 la scuola di disegno di Remigio Cantagallina, come annotava nel proprio Libro di Ricordi. Continuò poi gli studi a Roma fino al 1654. Successivamente, a Firenze, entrò a servizio dei Medici e si dedicò allo studio delle lingue. Dal 1655 fece parte dell'Accademia della Crusca, in cui lavorò alacremente alla III edizione del Vocabolario e di cui fu arciconsole dal 1678 al 1690. Partecipò alla fondazione dell'Accademia del Cimento e insegnò nello Studio Fiorentino. Fu nominato archiatra dal Granduca Ferdinando II: tale carica indicava il medico gerarchicamente più importante dello Stato. Pubblicò, nel 1685, un'opera letteraria che divenne celebre alla sua epoca: "Bacco in Toscana". Morì a Pisa ma fu seppellito ad Arezzo per sua disposizione testamentaria. I suoi studi, fra i quali quelli intorno alla generazione spontanea e al veleno delle vipere, rivestono particolare importanza nella storia della scienza moderna, per la loro opera di demolizione di alcune teorie di stampo aristotelico a favore di un'attività sperimentale e per la loro applicazione in campo medico di una pratica terapeutica di impostazione ippocratica, costruita su regole di prevenzione e sull'uso di rimedi esclusivamente naturali e su precetti di vita equilibrata. Pubblicò un gran numero di ricerche naturalistiche, che destarono grande interesse in tutta Europa. Nelle "Osservazioni Intorno alle Vipere" dimostrò che il veleno di questi animali, contrariamente alla comune opinione dell'epoca, è dannoso solo se inoculato nella ferita e non se ingerito. Particolarmente importanti sono le sue "Esperienze Intorno alla Generazione degl'Insetti" del 1668, nato da una lettera a Carlo Dati, in cui confutò la teoria della generazione spontanea, allora generalmente accettata, con un approfondito studio sperimentale della riproduzione delle mosche. Nel lavoro scientifico di Redi più ancora dei risultati ottenuti è essenziale il metodo usato, che gli assicura un posto di grande rilievo nella storia del metodo sperimentale.". Opera sconosciuta al Prandi ed ad altre bibliografie. Molto raro.