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Livres anciens et modernes

[Letteratura] (Direttore Alessandro Bonsanti)

Letteratura. Rivista trimestrale di letteratura contemporanea poi rivista di lettere ed arte contemporanea.

Fratelli Parenti Editori [dal n. 26, primo del 1946, Edizioni di - «Letteratura» (Tipografia Vallecchi)],, 1937-1947

2500,00 €

Pontremoli srl Libreria Antiquaria

(MILANO, Italie)

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Détails

Année
1937-1947
Lieu d'édition
Firenze,
Auteur
[Letteratura] (Direttore Alessandro Bonsanti)
Pages
da 100 a 180 pagine circa,
Volume
37 volumi,
Éditeurs
Fratelli Parenti Editori [dal n. 26, primo del 1946, Edizioni di, «Letteratura» (Tipografia Vallecchi)],
Format
25 x 18 cm,
Edition
Edizione originale.
Thème
Narrativa Italiana del '900 Poesia Italiana del '900
Description
brossura rossa con testata in bianco e numero in nero al piatto anteriore e al dorso.
Premiére Edition
Oui

Description

PERIODICO Edizione originale. Tutto il pubblicato dal 1937 al 1947 (36 numeri più il volume speciale fuori serie dedicato a D’Annunzio del 1939). Contiene i numeri 26, 27, 28, 29 e 31 con la prima versione completa del «Pasticciaccio» di Gadda, pubblicato a puntate sulla rivista nel 1946. Tutti i fascicoli sono in ottime condizioni (normali segni d’usura alle brossure). “Letteratura” è un trimestrale che comincia nel gennaio 1937 e prosegue con regolarità — fascicoli di 160/180 pagine circa — fino al 1942, quando la guerra comincia a farsi sentire: escono solo tre numeri quell’anno, e solo due nel 1943, prima della pausa definitiva; i fascicoli dal 1941 al ’43 presentano inoltre un numero di pagine leggermente ridotto. Le pubblicazioni riprendono nel 1946, con cadenza però bimestrale, salutando i Fratelli Parenti, «suoi coraggiosi editori», e aprendo le edizioni di «Letteratura»: si pubblicarono ancora dieci fascicoli (con il numero 35 che copre quattro mesi e il 36 che chiude a fine 1947) mantenendo inalterato l’aspetto e, compatibilmente con le difficoltà del periodo, la qualità. La numerazione prosegue senza interruzioni tra le varie annualità, facilitando il compito di collazione; i numeri sono 36 ma i volumi 37 poiché bisogna contare il numero dannunziano fuori serie. -- Alessandro Bonsanti (1904-1984) si era formato nella redazione di “Solaria”, fondata dal suo buon amico Alberto Carocci, della quale fu condirettore dal 1930 fino al 1933. Sulle colonne di Solaria avevano pubblicato un po’ tutti gli scrittori italiani, ma nello specifico le edizioni della rivista avevano dato voce per prime ad autori del calibro di Salvatore Quasimodo, Carlo Emilio Gadda, Cesare Pavese, Elio Vittorini, Virgilio Giotti (per limitarsi ai maggiori): conclusa quell’esperienza, e con quell’amplissimo bagaglio di contatti tra la migliore intellettualità letteraria italiana dell’epoca, a partire dal gennaio 1937 Bonsanti seppe dar vita a un corposo trimestrale letterario in veste sobria quanto rigorosa. Ciascun numero è un concentrato delle migliori firme, che consegnano alla rivista la loro migliore produzione originale. Sfogliando i corposi indici dei fascicoli si susseguono senza soluzione di continuità i nomi di Carlo Emilio Gadda, Gianfranco Contini, Enrico Falqui, Mario La Cava, Eugenio Montale, Tommaso Landolfi, Luigi Bartolini, Elio Vittorini, Carlo Bo, Luigi Berti, Giovanni Comisso, Alberto Moravia, Natalia Levi (Ginzburg), Sergio Solmi, Antonio Delfini, Mario Praz, Salvatore Quasimodo, Mario Luzi, Alfonso Gatto, Giorgio Bassani, Umberto Saba, Virgilio Giotti, Vasco Pratolini, Alessandro Parronchi, Sandro Penna, Attilio Bertolucci, Leonardo Sinisgalli, Vittorio Sereni, Luciano Anceschi, Franco Fortini. (per tacere i nomi di svariati ‘minori’ che qui si escludono per necessaria economia). In pratica il «Chi è?» della letteratura italiana contemporanea degli anni ’40, o — per fare un paragone che suonerà familiare ai bibliofili — come sfogliare l’elenco dei nomi del repertorio Gambetti e Vezzosi. L’esempio di Carlo Emilio Gadda è forse il più adeguato a rendere la ricchezza, qualitativa ma anche quantitativa, dei contenuti di “Letteratura”: uno scrittore notoriamente così reticente come il gran lombardo nell’arco dei dieci anni scarsi di durata della rivista consegna a Bonsanti due romanzi a puntate (sette e cinque «tratti» della «Cognizione del dolore» e del «Pasticciaccio») e quattro prose: «Meditazione breve - circa il dire e il fare», «Postille a un analisi stilistica», «Quattro figlie ebbe e ciascuna regina», «Un “Concerto di 120 professori”». Con una regolarità, non interrotta nemmeno dalla guerra — alla riapertura nel 1946 è la volta del «Pasticciaccio» — che pensando a Gadda suona quasi miracolosa. Ma all’esempio gaddiano se ne potrebbero aggiungere quasi altrettanti per ogni autore succitato, e ci limitiamo allora a qualche flash come «Il mar delle Blatte» di Tommaso Landolfi, «Conversazione in Sicilia» di Elio Vittorini (pure a puntate), i «Lirici greci» di Salvatore Quasimodo; tutte opere in rigorosissima anteprima, colte nel momento del loro farsi. L’attenzione spazia su tutto l’arco delle letterature straniere, sulla storia della letteratura italiana contemporanea (con l’avvio della riflessione sulle riviste letterarie “La Voce” e “La Ronda”»), sulla letteratura moderna e antica; di grande valore (e particolarmente raro) il numero monografico fuori serie dedicato nel marzo 1939 a Gabriele D’Annunzio pareggiato nel dopoguerra dal monografico su Marcel Proust, numero 36 e ultimo della serie storica. Paola Gaddo, voce CIRCE (con amplia bibliografia); Sebastiani, Letteratura 1937-1947: indici (Milano 1991)