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Livres anciens et modernes

Anonimo

Le concubine floreali. Storie del consigliere di mezzo di Tsutsumi

Marsilio, 1989

34,00 €

Salvalibro Snc

(Foligno, Italie)

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Détails

Année
1989
ISBN
9788831752268
Lieu d'édition
Venezia
Auteur
Anonimo
Pages
208
Éditeurs
Marsilio
Format
18 cm
Thème
Description
paperback
Etat de conservation
En bonne condition
Langues
Italien
Reliure
Couverture souple
Condition
Ancien

Description

Prima edizione italiana. "Letteratura universale Marsilio". Traduzione integrale dal giapponese a cura di Yoko Kubota - Brossura editoriale con bandelle, 199 pagine. Il testo è introdotto da saggi su tematiche e struttura del testo, problemi di attribuzione e datazione; note e glossario in fine. Ottima copia di un testo di difficile reperibilità -- Nella produzione letteraria che fa seguito all'immortale capolavoro di Murasaki Shikibu, Storia di Genji, spicca questa raccolta di dieci storie che ne riprende alcuni temi e ne ripropone altri in chiave allusiva e talvolta ironica. Al pari di tante altre opere della narrativa classica, tuttora ignota è l'identità dell'autore, o degli autori, ma è molto probabile che almeno in parte sia di mano femminile, frutto di quelle tenzoni letterarie tanto in voga alla corte imperiale. "Le concubine floreali", che dà il titolo a questo libro, è uno dei dieci racconti che compongono lo 'Tsutsumi Chu-nagon monogatari' (Storie del Consigliere di Mezzo di Tsutsumi), un classico del xii secolo, di anonimo, qui tradotto integralmente. Filo conduttore di quasi tutti i racconti è il rapporto amoroso tra i nobili della corte imperiale di Kyo-to, che assume di volta in volta toni gioiosi o velati di malinconia, ironici o briosi, in un susseguirsi di cerimonie, di equivoci, di incontri furtivi, di gare di fiori, di conchiglie, di musica. Protagonista assoluta è la poesia: versi inviava lo spasimante che desiderava ottenere più che uno sguardo fugace attraverso le cortine della dama dei suoi desideri, con versi rispondeva la donna, ancora una poesia era d'obbligo appena i due amanti si separavano. Poetare era un metro di giudizio in una società che faceva della bellezza e della raffinatezza i suoi canoni assoluti. Non mancano situazioni originali come nella Principessa che amava gli insetti, o con un finale a sorpresa come nel Tenente che colse i fiori di ciliegio, o l'arguta presa in giro di un monaco fanfarone in Quisquilia, o ancora l'alternanza di toni patetici e grotteschi in Nerofumo.
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