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Livres anciens et modernes

[Rivoluzione Liberale, Diretta Da Piero Gobetti]

La Rivoluzione liberale. Rivista Storica Settimanale di Politica

Edita dalla Casa Editrice Energie Nuove [poi:] s. n. (stampa: - Stab. Grafico Foà [poi:] Tip. Sociale di Pinerolo [poi:] - O.G.E.B. Officina Grafica Editrice Bodoniana)., 1922-1925

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Pontremoli srl Libreria Antiquaria

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Détails

Année
1922-1925
Lieu d'édition
Torino,
Auteur
[Rivoluzione Liberale, Diretta Da Piero Gobetti]
Pages
pp. [4].
Éditeurs
Edita dalla Casa Editrice Energie Nuove [poi:] s. n. (stampa:, Stab. Grafico Foà [poi:] Tip. Sociale di Pinerolo [poi:], O.G.E.B. Officina Grafica Editrice Bodoniana).
Format
in folio,
Edition
Edizione originale.
Thème
Edizioni Gobetti Politica Fascismo
Description
giornale autocopertinato,
Premiére Edition
Oui

Description

PERIODICO Edizione originale. Eccezionale collezione a fascicoli sciolti conservati in cofanetto con tassello al dorso. Fascicoli in buone e più che buone condizioni, restaurati laddove fragili, con bruniture e tracce d’uso lungo le piegature (come usuale), spesso impreziositi dalle etichette di invio postale, a volte vergate dalla mano di Piero Gobetti. La collezione si compone per la maggior parte di fascicoli inviati all’economista torinese Giuseppe Prato (1873–1928), all’intellettuale e imprenditore pisano Giacomo Pontecorvo, a Carlo Rosselli e, in misura minore, a Giovanni Papini, Franco Ciarlantini della Alpes e a Filomena Burich Ferrari, detta Fila, di Fiume.” Collezione mancante di soli 2 numeri: il 33 del 1922 e il 24 del 1924. Seconda rivista fondata da Piero Gobetti dopo «Energie Nove» - attiva dal novembre 1918 al febbraio 1920 – e «Il Baretti» - uscita per cinquanta numeri dal dicembre 1924 al dicembre 1928, sopravvivendo per quasi due anni al suo direttore, morto nel febbraio del 1926. Nell’editoriale «Ai Lettori» comparso sul primo fascicolo del 12 febbraio 1922, vocazione e intenzione di «La Rivoluzione Liberale» venivano così presentate: «La “Rivoluzione Liberale”, continuando e ampliando un movimento iniziato da quasi quattro anni con la rivista “Energie Nuove”, si propone di venir formando una classe politica che abbia chiara coscienza delle sue tradizioni storiche e delle esigenze sociali nascenti dalla partecipazione del popolo alla vita dello Stato». Segnata da collaborazioni importanti – Luigi Einaudi, Gaetano Salvemini, Carlo Rosselli, Luigi Sturzo, Carlo Levi, Natalino Sapegno, Riccardo Bauer, … -, la “Rivista Storica Settimanale di Politica” – questo il sottotitolo – fu una delle poche e più intense voci di opposizione al fascismo, come testimoniano i sequestri e le frequenti perquisizioni che accompagnarono le quattro annate della rivista (dal febbraio 1922 al novembre 1925), per un totale di centosessantacinque numeri. Un’opposizione coraggiosa, lucida e, come sempre nel caso di Gobetti, culturalmente alta – si pensi all’antologia di brani di Tucidide pubblicati nel fascicolo del 18 novembre 1924 con il titolo «Tucidide e il fascismo» - ma profondamente umana che determinerà, specie dopo il delitto Matteotti, un inasprimento della già pressante repressione fascista. All’indomani dell’omicidio del parlamentare socialista – avvenuto il 10 giugno 1924 -, Gobetti prenderà infatti parola su «La Rivoluzione Liberale» per ricordarne la coerenza e la «ferma coscienza morale» e per chiamare a raccolta le forze sinceramente antifasciste. Per altro, nel mese di aprile dello stesso anno il giovane giornalista, editore e intellettuale torinese aveva dato alle stampe, per i tipi di Licinio Cappelli, una raccolta di articoli precedentemente pubblicati sulla rivista - «La rivoluzione liberale. Saggio sulla lotta politica in Italia» - che aveva ulteriormente qualificato e intensificato la sua posizione non semplicemente critica ma attivamente militante. Una sfida costante al regime sostenuta da fedeli abbonati, che da lì a pochi mesi avrebbe portato alla chiusura del settimanale: diffidato alla pubblicazione dal Prefetto di Torino D’Amico su ordine diretto di Mussolini in data 27 ottobre 1925, l’ultimo numero – il 39 – apparve il primo novembre 1925 riportando in prima pagina l’ordine di diffida, benché un numero 40 – introvabile e attestato unicamente nella collezione appartenuta allo stesso Gobetti – vide comunque la luce una settimana dopo.
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