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Livres anciens et modernes

Jean-Louis Cohen, Pippo Ciorra, Giuseppe Lucchesini

La frattura tra architetti e intellettuali, ovvero gli insegnamenti dell'italofilia

Quodlibet, 2024

23,75 € 25,00 €

Quodlibet

(Macerata, Italie)

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Détails

Année
2024
ISBN
9788822922243
Auteur
Jean-Louis Cohen
Pages
300
Série
Habitat
Éditeurs
Quodlibet
Format
220×140×27
Edité par
Pippo Ciorra
Thème
Teoria dell’architettura, Storia dell’architettura, Architettura: pratica professionale, Italia, Francia, Seconda metà del XX secolo, 1950–1999
Traducteur
Giuseppe Lucchesini
Etat de conservation
Neuf
Langues
Italien
Reliure
Couverture souple
Condition
Neuf

Description

In questo libro di culto, pubblicato originariamente come un Bildungsroman nel 1984, Jean-Louis Cohen analizza un momento chiave nella teoria e nella pratica dell’architettura contemporanea, segnato dagli intensi scambi tra Italia e Francia negli anni Settanta. L’autore è stato al tempo stesso testimone e protagonista di questa relazione secondo una modalità che lui stesso ha definito di osservazione «partecipante». Il volume esplora dunque le cause e gli effetti della frattura esistente tra architetti e intellettuali in Francia fin dalla metà dell’Ottocento, riflettendo sui rari contatti mantenuti e sulle incomprensioni che hanno segnato il loro rapporto. Questo scollamento è reso particolarmente evidente dal confronto tra le rispettive situazioni di Francia e Italia. All’inizio degli anni Settanta, una vera e propria fascinazione per la cultura architettonica italiana ha attratto i francesi – e non solo visto il favore riscontrato anche negli USA e nella penisola iberica –, attenti alle «rotture epistemologiche» attuate in urbanistica e nella storia. Si apriva così la prospettiva di un superamento della frattura esistente, con un nuovo modello che porta gli architetti a pensarsi come intellettuali e conseguentemente a intellettualizzare il progetto. Il libro analizza in particolare le carriere di Ernesto Nathan Rogers, Aldo Rossi, Carlo Aymonino, Vittorio Gregotti e della scuola veneziana di Manfredo Tafuri, oltre a quelle di italofili francesi come Bernard Huet e Philippe Panerai. Col senno di poi il libro conteneva in nuce gli sviluppi successivi del lavoro di Cohen: «L’insieme di questi lavori lascia intravedere la possibilità di una storia transnazionale, il cui oggetto non sarebbe l’allineamento tra le culture locali, regionali o nazionali e le tendenze internazionali, bensì un’economia generale di questi scambi».