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Livres anciens et modernes

Raffaello Morghen, Contributi di: Gianna Buccero, Alessandro Barbero, Francesco, Colotta, Alice Colombo, Daniele De Luca, Franco Cardini, Flavio, Crippa, Maurizio Tuliani, Amedeo Feniello, Simone Sisani,, Alfonso Forgione, Pierluigi Terenzi, Silvia Mantini, Cristiana, Pasqualetti

La concezione dell'Impero romano-germanico e la tradizione di Roma da Carlomagno a Federico II

Aseq 2010,

19,00 €

Medievale Libreria

(Pavia, Italie)

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Détails

Auteur
Raffaello Morghen
Éditeurs
Aseq 2010
Edité par
Contributi di: Gianna Buccero, Alessandro Barbero, Francesco, Colotta, Alice Colombo, Daniele De Luca, Franco Cardini, Flavio, Crippa, Maurizio Tuliani, Amedeo Feniello, Simone Sisani,, Alfonso Forgione, Pierluigi Terenzi, Silvia Mantini, Cristiana, Pasqualetti
Thème
Storia-Storiografia

Description

54 pagine. Brossura. Ristampa da Rendiconti della R. Acc. Naz. dei Lincei, Roma, 1939. Collana: Philosophia perennis, 8. Commento dell'editore: Già parecchi anni or sono l'abate Luigi Duchesne, forse il più acuto degli storici del papato e della Chiesa nell'alto medioevo, terminava il racconto della restaurazione dell'impero d'Occidente affermando che «nel Natale dell'800 si era fatta una cosa molto grande e importante, ma senza averne una idea molto precisa», e, a dir vero, quanto più si consultano le testimonianze coeve al grande avvenimento, tanto più si ha l'impressione che ai contemporanei sfuggì lì per lì il significato profondo di esso. Bisognò che passasse almeno una generazione, perchè si chiarissero pienamente, nella coscienza del tempo, in trattati teorici o in precisi atteggiamenti dell'opinione comune, le grandi forze ideali che avevano dato significato storico ad un fatto che tradizioni venerande e necessità contingenti della vita dell'VIII secolo avevano contribuito a creare; e si acquistasse la chiara consapevolezza dei gravi problemi d'organizzazione politico-sociale che emergevano dalle condizioni della Europa cristiana, priva ormai dell'appoggio dello stato antico ed ancora agitata dal riflusso delle ultime invasioni harbariche. La stessa testimonianza di Eginardo, con lo sminuire l'importanza dell'avvenimento del Natale dell'800 a iniziativa improvvisa e unilaterale del pontefice Leone III, non del tutto gradita a Carlomagno, tradisce questa incomprensione. Ed anche negli altri scrittori, coevi o di poco posteriori ai primi anni del IX secolo, l'atto della restaurazione dell'impero di Occidente, così gravido di conseguenze per tutta l'Europa medioevale, appare in genere registrato senza alcun commento, quasi come un fatto di ordinaria amministrazione, o l'opportuno riconoscimento di una condizione di cose che de iure non era mai venuto meno e che in pratica aveva subìto soltanto una interruzione, dovuta a cause contingenti, rimosse le quali, era più che naturale ritornare all'antico. […]