Détails
Pages
pp. [16] 346 [6] ill. (p. 345 a colori), 1 c. patinata con fotoritratto dell'autore (opera di E. Sommariva) tra p. [2]-[3].
Éditeurs
Edizioni Futuriste di «Poesia» (Stab. Tip. Taveggia),
Edition
Edizione originale.
Description
brossura con titoli in blu ai piatti e al dorso,
Description
LIBROEdizione originale. Ottimo esemplare, fresco, pulito e squadrato (lievi fioriture in copertina e dorso appena scurito); menzione di «5° migliaio» in quarta di copertina.Straordinario romanzo parolibero, uno dei libri fondanti delle parole in libertà. Paolo Buzzi è stato il più vecchio compagno e collega di Marinetti: i due si conobbero a Milano, nei primi anni del Novecento, e rapidamente Buzzi divenne colonna portante della rivista «Poesia», collaboratore e redattore fisso della rubrica «Toute la Lyre». Non appena nel 1914 Marinetti lancia la rivoluzione letteraria delle parole in libertà — un vero terremoto letterario di proporzioni internazionali — Buzzi si getta a capofitto nella lavorazione di questo ‘romanzo parolibero cinematografico’ che è un crescendo di invenzione da mozzare il fiato: la partenza è tradizionale, ma con lo scorrere delle pagine le parole cominciano a degradare e spargersi sulla pagina, fino a perdere qualsiasi connessione tipografica tradizionale per assumere la forma di vere e proprie composizioni visive, che culminano in un ‘calligramme’ a spirale disegnato in rosso. -- Nella prefazione dedicatoria «A F.T. Marinetti» si dice: «L’opera fu scritta con l’anima gonfia di un presagio di sconvolgimento per la Società. L’ultimo capitolo — vedi la bizzarria del caso! — io lo finii proprio la notte dal 27 al 28 giugno 1914 […]. Qualche ora dopo scoppiava la folgore dell’attentato di Sarajevo: e l’Europa voltava la pagina al suo atlante geografico». La lavorazione del libro aveva preso dunque oltre un anno: «All’inizio della primavera del 1915 uscì “L’Ellisse e la spirale” di Buzzi [.]; si trattava in effetti d’un romanzone avventuroso del genere fantasy, strutturato come un film a episodi (dei quali era segnato addirittura il metraggio, come in un catalogo di pellicole). La narrazione si svolgeva con un andamento quasi salgariano ma poi, nell’ultima parte, la prosa si frantumava dando luogo a pagine di parole in libertà [.] originali costruzioni grafiche, geometriche, astratte [.] che ricordavano certi motivi dei Rosa-Croce». In realtà «era una sorta di metaromanzo in cui Buzzi utilizzava il registro dell’intreccio d’avventure ma realizzava al tempo stesso una mimesi del linguaggio filmico; inoltre tentava di inserire nel tessuto narrativo il concetto musicale di enarmonia e proprio nell’ultima parte dissolveva la prosa nel disegno e nel grafismo» (Salaris).Cammarota, Futurismo, 68.5; Salaris, Marinetti editore, pp. 180-182; Lista, Le livre futuriste, p. 19 nn. 19-20; Fanelli & Godoli, Il futurismo e la grafica, p. 52 nn. 10-13; Andel, Avant-Garde Page Design, n. 108