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Livres anciens et modernes

Carl Schmitt, Frank Hertweck, Dimitrios Kisoudis, Gerd Giesler, Corrado Badocco

Imperium. Conversazioni con Klaus Figge e Dieter Groh 1971

Quodlibet, 2020

19,00 € 20,00 €

Quodlibet

(Macerata, Italie)

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Détails

Année
2020
ISBN
9788822905697
Auteur
Carl Schmitt
Pages
276
Série
Saggi
Éditeurs
Quodlibet
Format
217×141×25
Edité par
Frank Hertweck, Dimitrios Kisoudis, Gerd Giesler
Thème
Schmitt, Carl, Filosofia politica e sociale, Filosofia occidentale: dal 1800 in poi, Autobiografie: filosofi e studiosi di scienze sociali
Traducteur
Corrado Badocco
Etat de conservation
Neuf
Langues
Italien
Reliure
Couverture souple
Condition
Neuf

Description

In questa lunga intervista del 1971, qui pubblicata per la prima volta in trascrizione integrale e corredata di essenziali note di commento, l'ormai ottantatreenne giurista Carl Schmitt risponde alle domande dello storico Dieter Groh e del giornalista Klaus Figge, offrendo un insostituibile documento autobiografico, che si rivela anche una preziosa fonte diretta per la storia del Novecento. Dalle sue origini cattoliche al rapporto conflittuale col mondo protestante tedesco, dagli studi universitari alla carriera accademica, Schmitt affronta, senza scantonare, le ombre del suo controverso impegno politico, inquadrandolo nei tormentati anni che dalla Repubblica di Weimar portarono alla conquista del potere da parte del Nazionalsocialismo in seguito alla nomina di Hitler a cancelliere. Schmitt espone gli episodi della sua vita privata e pubblica distribuendoli lungo un ben calibrato percorso, che scandisce rigorosamente in date e contesti, ricontrollando minuziosamente tutti i dettagli sui propri diari stenografici dell'epoca e su altri documenti conservati nel suo archivio personale, in una costante tensione fra testimonianza individuale e storia collettiva. Grazie a questa tensione, il colloquio riesce a far emergere la straordinaria competenza politica, tattica e persino amministrativa di Schmitt, senza per questo trascurare la sua determinazione a cercare una chiave metastorica su cui basare e giustificare la propria opera. La biografia del giurista attraversa, come è noto, i momenti più drammatici della storia europea, ma i suoi ricordi, che vibrano nella viva voce narrante del protagonista, non sono le malinconie di un vecchio reduce, bensì le argomentate istanze di un uomo che obbedisce con coerenza al ruvido comandamento di Nietzsche: «Che non si commettano viltà verso le proprie azioni! Che non le si pianti poi in asso!».
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