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Livres anciens et modernes

PETRARCA, Francesco.

Il Petrarcha (Canzoniere – Trionfi).

Impresso in Tusculano appresso il Laco Benacense, per Alessand, 1521

2800,00 €

Pregliasco Libreria Antiquaria

(Torino, Italie)

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Détails

Année
1521
Lieu d'édition
Tusculano
Auteur
PETRARCA, Francesco.
Pages
pp.
Éditeurs
Impresso in Tusculano appresso il Laco Benacense, per Alessand
Thème
Libri Antichi
Etat de conservation
En bonne condition
Reliure
Couverture rigide
Condition
Ancien

Description

>in-24, (100x55 mm),  ff. 160 ??158 su 162 (num I- CLXI, mancando il f. k8 , V3, V4 e V6 ), legatura coeva in pergamena con nodi impressi ai piatti entro bordura, tagli cesellati (ampi restauri alle cuffie e agli angoli dei piatti e al dorso); elegante astuccio di dimensione maggiore nel cui spessore è incassato del volumetto, racchiuso in uno scomparto rivestito di velluto blu; dorso in pelle screziata blu. Elemento distintivo (e vincente) dei Paganini furono senz'altro le loro collane di pubblicazioni con caratteristiche editoriali unitarie: Petrarca era stato l'autore con cui nell'aprile del 1515 il Paganini aveva scelto di inaugurare a Venezia la propria collezione in “picciola formetta di novo e bellissimo carattere di letere, le quali alla penna assomigliano”.  Anche questa riedizione di Toscolano fu dedicata a Isabella d'Este: il Canzoniere era un classico amato dalle dame colte e alcune, come l'Eleonora di Toledo ritratta dal Bronzino, vollero farsi ritrarre con il leggiadro petrarchino fra le dita. Secondo Angela Nuovo “La collezione in ventiquattresimo è uno dei nodi dell'editoria di Alessandro: le è affidato un programma preciso e coerente… converrà tenere presente le invenzioni e gli spunti fecondissimi di Aldo e da questi ricostruire un disegno che, con mira più modesta, tempestivamente rispondeva alle nuove esigenze dei lettori, e quindi anche all'innegabile ridimensionamento della grande scuola umanistica italiana" (A.Nuovo). Dopo alcuni esperimenti di stampa a Salò, nel 1517 si trasferì a Toscolano e sulle rive del Garda pubblicò ancora una decina di edizioncine e, proprio nella nuova dedica a Isabella d'Este del Petrarca del 1521, scrisse che licenziava la nuova edizione perché «con ogni ingegno mio, ogni sapere operando, credo haver migliorato di sorte che senza ammenda e con più vaghezza dell'opera leggere si potrà». Luigi Balsamo aveva esaltato l'elevato sperimentalismo di Alessandro e questo minuscolo carattere da molti definito 'bizzarro'. Paganino ebbe un'enorme richiesta per il Petrarchino e ne fece un'alta tiratura, ma i volumi di picciola formetta furono letteralmente consumati dai lettori. La rarità delle copie rimaste fa sì che sia censita in sole 5 biblioteche italiane e sia mancante alla BNF. Esemplare completo del colophon al verso di T2, prima dell'indice e di versi di vari autori tra cui Cino, Cavalcanti e Dante, ma mancante del foglio K8 e di metà dell'ultimo quaderno (firma abrasa al titolo). Hortis 42; Bologna 351. Fiske/Fowler, 91. Marsand, 349. Ley, f. 118. Angela Nuovo, La parte veneziana della collezione in 24esimo di A. Paganino p. 37-62 e 81-106 "In questa innovativa veste, stampò alcuni testi fondamentali della letteratura volgare coeva: Petrarca, gli Asolani di Bembo, l'Arcadia di Sannazaro. È evidente l'ispirazione manuziana dell'operazione, principiata nello stesso anno della morte di Aldo (1515) e imitata nel costume umanistico dell'aggiunta di dediche e testi introduttivi al lettore" . Catalogo "Senza ammenda e con più vaghezza", Mostra 2008: "Dopo le edizioni di autori latini, il Paganini inserì nella collezione benacense il Petrarca volgare". Speck n.202 "Erste kleinformatige Ausgabe der Rime".
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