Livres anciens et modernes
Il figlio di Iorio. Commedia presepiana-parodia
1904
170,00 €
Drogheria 28 Libreria Antiquaria
(Trieste, Italie)
Les frais d'expédition corrects sont calculés une fois que l'adresse de livraison a été indiquée lors de la création de la commande. Un ou plusieurs modes de livraison sont disponibles à la discrétion du vendeur : standard, express, economy, in store pick-up.
Conditions d'expédition de la Librairie:
Pour les articles dont le prix est supérieur à 300 euros, il est possible de demander un plan de paiement échelonné à Maremagnum. Le paiement peut être effectué avec Carta del Docente, Carta della cultura giovani e del merito, Public Administration.
Les délais de livraison sont estimés en fonction du temps d'expédition de la librairie et de la livraison par le transporteur. En cas de retenue douanière, des retards de livraison peuvent survenir. Les frais de douane éventuels sont à la charge du destinataire.
Pour plus d'informationsMode de Paiement
- PayPal
- Carte bancaire
- Virement bancaire
-
Découvrez comment utiliser
votre Carta del Docente -
Découvrez comment utiliser
votre Carta della cultura giovani e del merito
Détails
Description
La sera del 2 marzo 1904 viene, invece, rappresentata per la prima volta al Teatro Lirico di Milano la tragedia in tre atti La figlia di Iorio di Gabriele D'Annunzio. Si narra che l'opera ebbe più successo per una questione di "gossip" che per la sua sostanza, infatti, il pubblico accorse in massa per vedere sulle scene l' attrice Irma Gramatica, a quel tempo molto giovane, che veniva indicata come l'ultima amante di D'Annunzio. Eduardo Scarpetta decise di proporre una nuova opera satirica, questa volta adattando il copione di D'annunzio. Nacque, così, "Il figlio di Iorio". Lo spettacolo venne interamente allestito ma Scarpetta, decise di parlarne prima con D'Annunzio e si recò a Marina Di Pisa per incontrare il poeta. Il colloquio con D'Annunzio fu molto piacevole e le cronache raccontano che D'Annunzio si divertì molto alla lettura del copione, tuttavia preferì non dare il proprio consenso scritto nel timore che la rappresentazione satirica potesse nuocere alla propria opera. Successivamente, quando l'opera era già in scena, inviò a Scarpetta un telegramma in cui gli negava il consenso alla rappresentazione. "Il figlio di Iorio" andò in scena il 3 dicembre del 1904 al Teatro Mercadante di Napoli. Sulle prime, la commedia ebbe un discreto successo, poi, fioccarono le proteste da parte del pubblico nel quale erano seduti molti fan di D'Annunzio. Lo spettacolo fu interrotto dagli schiamazzi e non fu più ripreso; dalla stampa, poi, Eduardo Scarpetta apprese che D'Annunzio gli aveva sporto querela per plagio e contraffazione, sostenuto da Marco Praga, fondatore della Società degli autori di cui lo stesso D'Annunzio era socio. La notizia dell'imminente processo suscitò grande clamore anche a livello internazionale. Si crearono delle vere e proprie fazioni; Salvatore di Giacomo sosteneva D'Annunzio, Benedetto Croce era a favore di Scarpetta. Il tribunale diventò un teatro nel quale Eduardo Scarpetta entrò in scena, demolendo le "ragioni" di D'Annunzio. Grazie alla perizia svolta a suo favore da Benedetto Croce per la difesa, e nonostante quella a suo sfavore scritta da Salvatore Di Giacomo per la parte civile, Eduardo ebbe la meglio. Il Tribunale dichiarò l'inesistenza del reato, poichè non di plagio si era trattato ma di satira, di parodia, assolutamente legittima. Nella storia della giurisprudenza italiana fu la prima sentenza che si pronuncia in tema di diritto d'autore, di parodia e satira. Da quel momento in poi, fu data un'impronta di legittimità a tutte le successive parodie che avrebbero dato vita ad un'importante categoria dello spettacolo. Tuttavia, la vittoria fu per Eduardo molto amara. Il processo durato quattro anni e, soprattutto, l'accoglienza che l'opera aveva avuto in teatro, lo avevano prostrato. Non si sentiva più in grado di cogliere i gusti del pubblico e di fatto tornò a scrivere solo per consegnare ai posteri un suo ultimo capolavoro "'O miedeco de' pazzi", ritirandosi di fatto dalle scene.
Tratto dalla pubblicazione di LUIGI PELLINI in:
http://luigi-pellini.blogspot.it/2015/01/la-brutta-figura-di-dannunzio-nel.html