Questo sito usa cookie di analytics per raccogliere dati in forma aggregata e cookie di terze parti per migliorare l'esperienza utente.
Leggi l'Informativa Cookie Policy completa.

Livres anciens et modernes

[Comune Del Guado]

I quaderni del Guado. N. 2. Funzione dell'arte - Sua destinazione

Cascina del Guado, 1973

200,00 €

Mazzei Libreria Antiquaria

(Bagnone, Italie)

Demander plus d'informations

Mode de Paiement

Détails

Année
1973
Lieu d'édition
Robecchetto con Induno
Auteur
[Comune Del Guado]
Éditeurs
Cascina del Guado
Thème
(Arte - Sociologia - Controcultura)
Langues
Italien

Description

In-8° (cm 24x16), pagine non numerate 48, copertina editoriale illustrata da Daniele Oppi, con normalissimi segni del tempo. Con 12 disegni in bianco e nero nel testo di Max Capa, di cui 10 a piena pagina. Il colophon recita "Finito di stampare al Guado nel febbraio 1973 in edizione numerata dall'1 al 250. Destinate per il Guadolibro 1973 le copie firmate, 48 pagine, testo elaborato dal collettivo della Cascina del Guado, disegni di Max Capa, copertina di Daniele Oppi, serigrafia interna dalla copertina". il presente esemplare non è numerato. La copertina riporta la dicitura "I quaderni del Guado 3", il frontespizio "I quaderni del Guado n° 2". Assolutamente non comune. La Comune del Guado nacque su iniziativa del pittore e pubblicitario Daniele Oppi, alla Cascina del Guado, in Robecco con Induno (Milano), agli inizi degli anni '70 del Novecento, e riunì numerosi artisti ed intellettuali. La pubblicazione affronta la questione del ruolo dell'artista nella società. Di seguito, un brano dello scritto, che ben esprime la posizione del Colletiivo: "Noi vediamo nella comune - e lo confermiamo ancora una volta - lo strumento di comportamento esistenziale per permettere al lavoratore della cultura di riporsi in comunicazione diretta con le masse popolari nello stesso modo come era in quella comunicazione l'uomo dei graffiti sulla caverna e poco importa se anche questa volta pagherà il prezzo dell'indifferenza di cani e gatti, finalmente non più simbolo dell'ignoranza popolare ma bensì dell'ostilità delle classi dominanti".