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Livres anciens et modernes

Eroda

I Mimi versione di Giovanni Setti, Xilografie di Antonio Moroni

A. F. Formiggini Editore,, 1913

140,00 €

Zanfrognini Antonio Studio Bibliografico

(Modena, Italie)

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Détails

Année
1913
Lieu d'édition
Genova,
Auteur
Eroda
Éditeurs
A. F. Formiggini Editore,
Thème
DE KAROLIS POESIA GRECA GRECIA
Langues
Italien

Description

In 8° (20,1×12,7 cm); VIII, 122, (6) pp. Bellissima legatura in tutta pelle con titolo, autore, cornici, ricchissima cornice vignetta al piatto anteriore e la celebre composizione che caratterizza tutti i volumi dei classici del ridere al dorso opera di De Karolis, impresse a secco. Frontespizio ed antiporta impressi in rosso. Esemplare in ancora in barbe ed in perfette condizioni di conservazione. Numerose tavole di Antonio Moroni nel testo. Prima edizione della sesta opera pubblicata da Formiggini nella celeberrima collana dei Classici del Ridere, nel caso di questo volume, nella rara versione in piena pelle chiara. L'opera contiene i celebri Mimi del celebre poeta greco antico Eroda, o Eronda (Alessandria d'Egitto o Coo, III secolo a.C. - Coo, inizio III secolo a.C.) famoso per le sue composizioni in mimiambi, cioè mimi composti in metro giambico nella forma di scazonti o coliambi. "Di Eroda ci sono giunti otto componimenti in parte lacunosi, più un nono del tutto frammentario, tornati alla luce nell'Ottocento grazie a ritrovamenti papiracei. Infatti, nel 1891, il filologo inglese Frederic George Kenyon pubblicò un papiro del British Museum di Londra, che conteneva 7 mimi e frammenti di un ottavo mimo. Kenyon li attribuì ad Eroda sulla scorta della tradizione indiretta, vale a dire delle citazioni, attribuite esplicitamente a Eroda, che si trovano nei testi di autori posteriori a lui e che combaciano con i testi contenuti nel papiro. Inaspettate e singolari coincidenze, "non facilmente spiegabili", sono invece riscontrabili in un'opera poetica mediolatina, di autore riconducibile alla cerchia di Federico II di Svevia, la commedia elegiaca De uxore cerdonis di Iacopo da Benevento". Raro.
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