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Livres anciens et modernes

D’Arrigo, Stefano (Alì Marina 1919 - Roma 1992)

HORCYNUS ORCA.

Rizzoli (Bergamo, Nuovo Istituto Italiano d'Arti Grafiche, - ottobre), 2003

35,00 €

Bosio Dedalo M. Libreria Antiquaria

(Torino, Italie)

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Détails

Année
2003
Lieu d'édition
Milano
Auteur
D’Arrigo, Stefano (Alì Marina 1919 - Roma 1992)
Éditeurs
Rizzoli (Bergamo, Nuovo Istituto Italiano d'Arti Grafiche,, ottobre)
Thème
letteratura italiana, autori siciliani, postmoderni
Description
Usato in buono stato, lievi segni del tempo sulla sovraccoperta.

Description

Cartonato editoriale con sovraccoperta illustrata, cm 22 x 14, pp XXX (2) 1095 (13). Buon esemplare, minimi segni del tempo sulla sovraccoperta. Nuova edizione, con lunga introduzione critica di Walter Pedullà («Congetture per un'interpretazione di Horcynus Orca»), del capolavoro di Stefano D'Arrigo. Il testo, differente dall'edizione originale per alcune «ultime inedite correzioni d'autore», apparve nelle «Opere di Stefano d'Arrigo» curate da Pedullà in collaborazione con Jutta Bruno D'Arrigo; il progetto era iniziato qualche anno prima dando alle stampe la prima stesura dell'opera, I fatti della fera (Rizzoli, 2000). L'edizione originale di Horcynus Orca fu pubblicata nel gennaio 1975 al termine di un'intricata vicenda editoriale e di un indefesso lavoro di rifinitura che impegnò l'autore dal 1956 all'autunno del 1974. Prima avvisaglia di questo «poema epico in prosa» fu l'abbozzo (La testa del delfino) inviato da D'Arrigo al premio per inediti Cino del Duca nel 1959; lo scritto fu premiato da una giuria che includeva Vittorio Sereni e Elio Vittorini, i quali ne proposero la pubblicazione a Mondadori. Vittorini, che già s'era interessato al lavoro di D'Arrigo per tramite di Guttuso, volle però includere un estratto dell'opera sul Menabò einaudiano, co-diretto con Calvino: nel 1960 il terzo numero della rivista, dedicato alla narrativa meridionale, ospitò due capitoli del romanzo, notevolmente rielaborato e intitolato «I giorni della fera», accompagnati da un lessico dei vocaboli dialettali che scatenò le ire di D'Arrigo. Nuovamente mutato nella forma e nel titolo (I fatti della fera) il dattiloscritto fu presentato a Mondadori nel 1961 ma la correzione delle bozze inaugurò una revisione che durò tredici anni, contribuendo a creare la fama leggendaria del romanzo. All'uscita, col titolo definitivo di Horcynus Orca, questa grande riscrittura postmoderna del mito suscitò considerevole interesse e ottenne giudizi positivi negli ambienti letterari italiani; Primo Levi ne scrisse: «internamente coerente, arte e non artificio; non poteva essere scritto che così».
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