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Livres anciens et modernes

Beauchamp Alphonse De

Histoire de la Révolution du Piémont, et de ses rapports avec les autres parties de l' Italie et avec la France

chez L. G. Michaud, 1821

90,00 €

Gilibert Galleria Libreria Antiquaria

(Torino, Italie)
Fermé jusqu'au 28 avril 2025.

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Détails

Année
1821
Lieu d'édition
a Paris
Auteur
Beauchamp Alphonse De
Éditeurs
chez L. G. Michaud
Thème
Piemonte, Risorgimento, Rivoluzione del 1821
Jaquette
Non
Etat de conservation
En excellent ètat
Langues
Français
Dédicacée
Non
Print on demand
Non
Condition
Ancien
Premiére Edition
Oui

Description

In-8° (205x105mm), pp. XVI, 212, (2), brossura originale azzurra. Piccoli restauri al dorso. Bell'esemplare in barbe. Edizione originale, non comune, di questo resoconto dei moti insurrezionali del 1821 in Piemonte visti dall'occhio severamente critico di un tipico storico francese filoborbonico e simpatizzante per la Restaurazione. 'Pièces justificatives' alle pp. 147 e sgg. Il libro, per la feroce posizione che vi era contenuta contro i patrioti italiani, suscitò lo sdegno di periodici liberali come 'Le Nain Jaune' e di Santorre di Santarosa, che ad esso replicò con 'De la Révolution piémontaise'. Due anni dopo il Beauchamp fece uscire una seconda parte dell'opera; 'l'uno e l'altro opuscolo sono uno sfruttamento a scopo retrivo dell'infelice tentativo piemontese e dànno l'impressione di essere stati scritti per far sentire l'opportunità di un controllo estero di qua delle Alpi' (Luigi Foscolo Benedetto). Il De Beauchamp (Monaco, 1767-Parigi, 1832) fu, sotto la Convenzione, agente del Comitato di Sicurezza Generale e, nel periodo del Direttorio, addetto alla sorveglianza della stampa. In seguito, in età napoleonica, assurse alla carica di alto e potente funzionario del Ministero della Polizia, carica da cui fu poi destituito da Fouché in quanto accusato di essersi servito indebitamente di documenti segreti nel compilare la sua 'Histoire de la Guerre de la Vandée et des Chouans depuis son origine jusq'à la pacification de 1801', che fu poi sequestrata. Esiliato a Reims, tornò nella capitale solo nel 1811 e, alla Restaurazione, ottenne una pensione dai Borboni, ricominciando la propria attività di storiografo - di livello oltremodo modesto - e di pubblicista filomonarchico abilmente opportunista. Lozzi, II, 3600. Manno, Informazioni sul Ventuno in Piemonte, p. 139. Torta, p. 290. Raccolta Bertarelli, n. 2133. Manca al Rosi.
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