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Livres anciens et modernes

Ive Antonio

Fiabe Popolari Rovignesi raccolte ed annotate da Antonio Ive,

Coi Tipi di Adolfo Holzhausen,, 1878

130,00 €

Zanfrognini Antonio Studio Bibliografico

(Modena, Italie)

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Détails

Année
1878
Lieu d'édition
In Vienna,
Auteur
Ive Antonio
Éditeurs
Coi Tipi di Adolfo Holzhausen,
Thème
FIABE PRIME EDIZIONI ROVIGNO ISTRIA LEGGENDE POPOLARI ROVINJ, CROAZIA AUTOGRAFI

Description

In 4°; (4), 26, (2) pp. Brossura editoriale con titolo impresso innero entro cornice al piatto anteriore. Al margine superiore nota manoscritta di Ive “Dono dell'autore”. Prima ed unica edizione di questo scritto del noto studioso e letterato rovignanese, Antonio Ive (Rovigno, in Istria, 13 ag. 1851 - Graz 9 genn. 1937) pubblicato come nuptalia in occasione delle nozze IVE -ROCCO dedicato ad alcune fiabe popolari rovignensi. Scrive Domenico Proietti nella voce dedicata ad Antonio Ive nel Dizionario Biografico degli Italiani, volume 62 (Treccani, 2004): "Di questa attenzione, insieme storico-letteraria e linguistica, da parte dell'I. verso documenti non toscani dei primi secoli della letteratura italiana si ha un'ulteriore, importante prova nell'ampia raccolta di testi religiosi e morali pubblicata con il titolo Prose genovesi della fine del secolo XIV e del principio del XV nella rivista di Ascoli Archivio glottologico italiano (VIII [1882-85], pp. 1-97), postillata accuratamente da G. Flechia (Annotazioni sistematiche alle "Antiche rime genovesi" e alle "Prose genovesi", ibid., pp. 317-406) e recensita con favore da P. Meyer (in Romania, XVII [1888], p. 150). Da Ascoli, però, l'I. aveva soprattutto ricevuto l'impulso decisivo a proseguire in un settore di studi nel quale aveva già dato alcune prove e che ben presto sarebbe divenuto quello più cospicuo e caratteristico della sua operosità scientifica: la raccolta e lo studio (dapprima con prevalenti interessi folkloristici, poi con metodologia e finalità più specificamente dialettologiche) del patrimonio linguistico e delle tradizioni popolari della nativa Istria. Così, se uno dei suoi primi scritti era stato una versione in dialetto rovignese della nona novella della prima giornata del Decameron (nel volume a cura di G. Papanti, I parlari italiani in Certaldo, Livorno 1875, pp. 617-620), a Milano nel 1877 pubblicò l'opuscolo (per le nozze Dalla Zonca-Fabris) Canti popolari di Dignano d'Istria e la Memoria sulla nobile famiglia Dalla Zonca, aggiuntivi alcuni saggi della parlata di Dignano in Istria, cui seguirono le due brevi sillogi annotate di Novelline e Fiabe popolari rovignesi (Vienna 1877 e 1878). Il contributo più impegnativo e rilevante fu l'ampia raccolta (circa 600 testi) di Canti popolari istriani raccolti a Rovigno, uscita (Torino 1877) come quinto volume della collana "Canti e racconti del popolo italiano" diretta da D. Comparetti e A. D'Ancona, e ancor oggi "base di partenza" e "punto di riferimento" essenziale (Radole, 1965, p. XIII) per quanti intendono occuparsi del folklore istriano. I canti raccolti dall'I. (perlopiù villotte, ma anche stornelli, canzoni e romanze, indovinelli, canti religiosi, preghiere e leggende) provengono da Rovigno, ma successive ricerche hanno dimostrato che non sono esclusivi di quella località. Inoltre, lo stesso I. nell'ampia introduzione (in cui compare anche un rapido profilo del dialetto rovignese) e nel ricco apparato illustrativo che accompagna i testi da lui pubblicati cercò di evidenziare i frequenti contatti che tali testi presentano con canti di altre regioni o nazioni neolatine (un po' trascurato risulta, invece, l'elemento musicale: solo di tredici su seicento testi è data una trascrizione melodica, oltretutto spesso non accurata). Pur avendo ottenuto nel 1881 la libera docenza in filologia romanza, la carriera dell'I. si svolse nelle scuole medie (dapprima nei ginnasi di Rovereto e Trento, poi in quello di Innsbruck), fino al 1894, quando, istituita una cattedra di lingua e letteratura italiana presso l'Università di Graz, l'I. vi fu chiamato, per interessamento di H. Schuchardt, come straordinario, divenendone poi ordinario (1902).).". Esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione.