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Livres anciens et modernes

Autore: Ernst Wilhelm Wies, Traduzione Di: Paola Massardo

Federico II. Messia o Anticristo?

ECIG 1997,

27,00 €

Medievale Libreria

(Pavia, Italie)

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Détails

ISBN
9788875457471
Auteur
Autore: Ernst Wilhelm Wies, Traduzione Di: Paola Massardo
Éditeurs
ECIG 1997
Thème
Storia-Personaggi

Description

346 pagine. 11 ill. b/n. Brossura. OTTIME CONDIZIONI. Collana: Dimensione Europa. I protagonisti. Quarta di copertina: Tracciando la biografia di una splendida figura di imperatore, questo studio delinea al tempo stesso i contorni della dinastia svevo-normanna, culminata con Federico II, e insieme descrive il dramma di un uomo che, separato dalla madre all'età di tre mesi e orfano di entrambi i genitori ad appena quattro anni, cresce fra rozzi soldati, privo d'amore, costantemente in balìa dei poteri e dei potenti, e mai amato semplicemente per se stesso. I tre matrimoni di Federico II - il primo, a quattordici anni, con una vedova di venticinque - sono dettati dalla ragion di Stato e dall'interesse personale. Viene così ad atrofizzarsi in lui ogni rapporto autenticamente umano e ciò che resta - unico valore - è un algido culto dell'Io, un processo di autodivinizzazione che sfocia in un distacco onirico dalla realtà, causa, questa, oltre che dei suoi trionfi, anche della sua caduta. Il singolare viaggio che conduce il giovanissimo Federico II dal sud dell'Italia ad Aquisgrana, sul trono di Carlo Magno, si configura come una partita giocata fra la diplomazia del papa e quella del re di Francia. Ed è grazie al loro aiuto finanziario che lo Svevo giunge a Costanza, diventando poi signore della Germania. Ma, per poter ricevere la corona imperiale a Roma, deve giurare al pontefice di non unire la Sicilia all'impero, una questione vitale per lo Stato della Chiesa, che la potenza sveva minaccia da sud e da nord. A scapito della propria credibilità Federico II ripete più volte quel giuramento e più volte lo infrange. Quando infine, abbandonato l'ideale dell'impero cristiano-germanico, si rispecchia nell'immagine divinizzata degli antichi Cesari, egli provoca sconcerto nei suoi contemporanei, che in lui ravvisano ora un Messia, ora un Anticristo. Ma l'autore ci restituisce anche una figura di sovrano amante delle arti e delle scienze e fondatore della Scuola poetica siciliana, di un diplomatico che conquista il regno di Gerusalemme senza colpo ferire.