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Livres anciens et modernes

Palumbo Valeria

Donne di piacere. Dalla schiava che salvò Roma alla contessa che fece l'Italia

2005

20,00 €

Fernandez Libreria

(Viterbo, Italie)

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Détails

Année
2005
ISBN
9788845412356
Auteur
Palumbo Valeria

Description

Sono state chiamate "donne di piacere", ma forse sarebbe più esatto definirle "donne di potere". Sono passate alla storia. Non erano considerate spesso altro che prostitute, eppure hanno raggiunto posizioni di incredibile autorità e prestigio. Alcune hanno avuto un ruolo decisivo in politica, come Madame du Barry, che ha fatto innamorare il re francese Luigi XV, e Marozia, che nella Roma del X secolo ha avuto un'influenza tale da condizionare l'elezione di ben dodici papi; o come la contessa di Castiglione, la cui breve storia con Napoleone III ha giocato un ruolo fondamentale per l'Unità d'Italia, e Martha Skavronskaya, la lavandaia dell'esercito russo diventata Caterina I, la zarina tanto amata da Pietro il Grande da fargli abrogare la legge sulla successione maschile per permetterle di salire al trono. Altre sono state le muse ispiratrici di famosi artisti: che cosa ne sarebbe stato dei quadri preraffaelliti senza il volto di Fanny Cornforth? E dell'opera lirica senza Marie Duplessis, la Dama delle Camelie e, quindi, la vera Traviata? Altre ancora ci hanno lasciato in eredità le loro parole: Muddupalani, danzatrice, poetessa ed etera indiana, ha cantato il libero piacere sessuale della donna; e Veronica Franco, colta cortigiana veneta del Rinascimento, ha composto e pubblicato diverse poesie, arrivando a sfidare a duello verbale un nobile che aveva offeso la sua categoria. Senza dimenticare Valentine de Saint-Point, che nel suo "Manifesto della donna futurista" ha magistralmente confutato la tesi del "disprezzo della donna", sostenuta da Marinetti. Dall'antichità al Novecento, trenta inconsuete, magnifiche figure femminili che hanno trasformato lo svantaggio di essere considerate donne di facili costumi in un'arma di successo, riuscendo a vincere i pregiudizi sociali e a sopravvivere sia alla Storia sia alla condanna. E a tutti coloro che si sono limitati a metterle al bando oggi potremmo dire: è di voi che non resta traccia. Non è un giudizio morale.