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Livres anciens et modernes

Dragonetti Giacinto

Delle virtu' e de' premi. Opera tratta dal foglio periodico il Corriere letterario

Per il Graziosi, 1767

700,00 €

Coenobium Libreria

(Asti, Italie)

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Détails

Année
1767
Lieu d'édition
Venezia
Auteur
Dragonetti Giacinto
Éditeurs
Per il Graziosi
Thème
rivoluzione napoletana, illuminismo, diritto, economia politica, simple

Description

In 16, cm 11,5 x 18, pp. (8) + 84 (i.e. 88). Vignetta incisa all'acquaforte al frontespizio. Macchia all'angolo superiore delle ultime pp. Mezza pelle coeva con angoli. Minimi danni. Rarissima edizione che segue quella in Napoli, 1766, pubblicata anonima dal Gravier e, forse la ristampa, sempre del Gravier dell'anno successivo. Nella prefazione il Graziosi peraltro afferma di averla pubblicata 'a pezzi' sul suo Corriere Letterario. Difficile quindi stabilire se trattasi della seconda edizione o della terza. L'operetta ebbe comunque grande successo e molte ristampe (una ventina, con traduzioni in francese, tedesco, russo svedese, polacco e spagnolo) in particolare per esser stata intesa come 'continuazione' dei Delitti e delle pene del Beccaria (pubblicata solo due anni prima, nel 1764). A questo successo sicuramente molto contribui' la ristampa francese del Pancoucke che, dichiaratamente, presento' l'opera, anonima, come diretta continuazione del celebre trattato del Beccaria In questa il Dragonetti, aquilano, allievo del Genovesi, prima avvocato, poi magistrato, coinvolto nella rivoluzione napoletana del 1799 per la quale dovette fuggire in Francia, contrariamente all'opera del Beccaria, invece di analizzare le punizioni, discute delle ricompense, dissociandole dalle punizioni. Inoltre non presenza riferimenti a sacre scritture e offre una concezione eroica della virtu' rifacendosi all'antichita' classica. Questi riferimenti permettono di considerare questo importante lavoro come conseguenza dell'influsso del Genovesi con una lettura dei premi in chiave aristotelico - tomista. Per Dragonetti, prima del premio per la virtu' vi e' la virtu' stessa, intesa come 'ricerca diretta e intenzionale del bene pubblico'. In sintonia con tutti i rappresentanti dell'illuminismo napoletano, l'autore focalizza la realizzazione delle sue idealita', attraverso l'abolizione del diritto feudale, argomento che tratto' con successo nell'altra sua opera: Dell'origine dei feudi, pubblicata nel 1788.  Manuppella, Cesare Beccaria, n. 319. Rao, Editoria e cultura a Napoli., 1998, p. 33. Dura, 4856 (per l'edizione 1766). Melzi, III, 227
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