Della importanza e dei pregi del nuovo sistema di finanza dello Stato Pontificio

LIBROPrima edizione.Ottimo esemplare, molto fresco e pulito. Nota di mano antica al contropiatto superiore. Lo stesso anno a Roma uscì una seconda edizione «presso i Lazzarini», pp. [2] XIV X 413 [1] (cfr. Iccu cod. RMSE003868). «Prendendo posizione su una delle controversie più importanti e significative del sec. XVIII, cioè sul problema della libera esportazione del grano, il Vergani aveva manifestato seri dubbi sulla possibilità che un accrescimento dell’agricoltura potesse compensare la mancanza di manifatture. Egli aveva illustrato i vantaggi che i prodotti dell’industria presentavano su quelli dell’agricoltura: i primi erano più stabili, certi e regolari, più illuminati e atti al commercio dei secondi. Per far fiorire le manifatture occorreva assicurare ai prodotti industriali lo smercio: per ottenere uno smercio facile e spedito occorreva vendere a prezzi più bassi di quelli esteri. Di qui la necessità di dazi d’importazione sui manufatti forestieri e di esportazione sulle materie prime nazionali» (Giorgio Porisini, «Lo Stato Pontificio e il movimento riformatore del Settecento», in «Giornale degli Economisti e Annali di Economia», Nuova Serie, Anno 18, No. 5/6, Maggio-Giugno 1959, pp. 317-335, cit. p. 328). L’opera, e la polemica che ne era scaturita, è stata anche oggetto dell’importante saggio «Agricoltura e industria in una polemica romana del settecento» (1957).Cfr. Biblioteca Einaudi, 5864.