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Livres anciens et modernes

Diogenis, Laertius (Diogene Laertii Clarissimi Historici).

De vita, & moribus philosophorum libri decem, novissime iam post omnes omnium castigationes nova diligentia emendati, ad exemplaria Graeca diligenter collati, multisque uersibus, quos superiores editiones non habent, donati. Id quod studiosus lector primo statim aspectu facile deprehendet. Cum indice in omnes libros locupletissimo.

585,00 € 650,00 €

Botteghina D'arte Galleria Kúpros Studio Bibliografico

(Rosignano Solvay, Italie)

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Détails

Auteur
Diogenis, Laertius (Diogene Laertii Clarissimi Historici).
Thème
Filosofia

Description

(Colonia), Eucharius Agrippinas excudebat, 1535, mense Martio. In 8vo antico (cm 10, 5 x 16), 2 cc. b., front. con marca tip. incisa in legno (non controllata), pp. (22 contenenti la traduzione di Ambrogio Traversari e l’Index), 679, 1 c. b., capilett. figurati e istoriati in vignetta silografica, testo corsivo latino, in corsivo tondo romano, con alcune parti nell’originale greco, indici stampati in gotico, leg. in parte orig., in piena pelle coeva, di cui sono stati conservati i piatti con i filetti e le impressioni a secco, dorso a 4 nervi. Pregiata edizione delle vite dei filosofi di Diogene Laerzio. Non ci è pervenuta alcuna notizia sulla sua vita; il nome Laerzio potrebbe derivare dalla città di Laerte, in Cilicia, l’odierna Alanya in Turchia; altri, rifacendosi alla sua biografia ne deducono che egli fosse originario di Nicea; altri ancora, infine, attraverso deduzioni di carattere culturale, pur non pronunciandosi sulla sua origine, ritengono che egli sia prevalentemente vissuto ad Alessandria. Lo si colloca normalmente tra la fine del II secolo e la prima metà del III, e ciò lo si deduce dalla sua conoscenza di Sesto Empirico, vissuto nella seconda metà del II secolo d. C., e dalla citazione del filosofo Potamone di Alessandria come vissuto, dice Diogene “poco tempo fa”, e operante nei primi anni del III secolo. Diogene non dichiara esplicitamente la sua appartenenza a una determinata scuola filosofica, e tuttavia, dai giudizi espressi in alcune biografie, traspare un’ostilità verso forme di pensiero superstizioso, la sua simpatia” nei confronti di Epicuro e la sua difesa della scuola cinica. Diogene è noto come autore della “Raccolta delle vite e delle dottrine dei filosofi”, un’opera in dieci libri in cui esamina 83 figure di pensatori, dai Sette Sapienti (si indicano come i sette savi o i sette sapienti, alcune personalità pubbliche dell’antica Grecia vissute in un periodo compreso tra la fine del VII ed il VI secolo a.C. (tra circa il 620 a.C. ed il 550 a.C.), esaltate dai posteri come modelli di saggezza pratica e autori di massime poste a fondamento della comune sensibilità culturale greca. Nonostante siano in genere indicati tra i primordi della coscienza speculativa greca, e compaia tra di essi colui che è solitamente considerato come il primo filosofo, Talete di Mileto, non tutti sono da considerarsi pienamente filosofi, poiché il loro interesse è principalmente rivolto alla condotta pratica e non alla speculazione) a Epicuro (al quale è interamente dedicato il capitolo decimo (Diogene parla di Epicurea con una trasparente simpatia che lo ha fatto considerare un suo seguace; ne narra la vita, i suoi rapporti con Anassagora, Archelao, Nausifane e Senocrate, ne elenca le opere, e considera la divisione dell’epicureismo in filosofia canonica, fisica ed etica). In ogni caso, Diogene rivendica ai greci l’origine della filosofia e dove dispone le informazioni per scuole filosofiche, rispettando le successioni dei capi delle scuole filosofiche fissate dalla tradizione. La raccolta ci è giunta mutila, in quanto il VII libro, dedicato agli Stoici, si interrompe bruscamente a metà del catalogo degli scritti di Crisippo; del resto, da indici manoscritti, sappiamo che Diogene proseguiva la trattazione dello stoicismo almeno fino a Posidonio. L’opera è dedicata a una signora, “che apprezza Platone”, ma che non è stata identificata, in quanto probabilmente le era dedicata l’opera: la dedica non è pervenuta o, più probabilmente, non fu mai scritta, anche perché l’opera mostra anche altrove segni di incompletezza. Seguendo un costume diffuso, Diogene compose anche una raccolta di epigrammi, “Pammetros” (Raccolta in tutti i metri), di cui restano 56 componimenti, da lui stesso inclusi nelle sue “Vite”, senza particolare valore artistico ma di buona eleganza formale e metrica. Lo schema abituale usato da Diogene nel trattare di ciascun filosofo consiste in una biografia, spesso aneddotica, di una serie di massime del filosofo, dalla citazione delle sue opere e da una dossografia variamente estesa e precisa. Buona e rara edizione di questa celebre opera di Diogene Laerzio, nella traduzione di Ambrogio Traversari (il nome compare nella prefazione). Esemplare ben restaurato in relazione ad alcune mancanze della pelle originale della legatura (mancava il dorso e, visibile l’indorsatura, erano scoperti due ampi frammenti di antichi codici manoscritti in colore d’epoca); dorso in pelle recente, conservati i piatti originali. Peraltro ottimamente conservato tutto l’interno.