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Tipografia Azuni
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In-16°, pp. 214, brossura posteriore muta in carta decorata. Mancano le brossure editoriali. Edizione originale della guida di Sardegna compilata da Enrico Costa 'Una storia capace di commuovere “una modistina dei nostri tempi”: ma stavolta gli amanti non si separano perché devono ancora incontrarsi. O, meglio, si in- contrano sul treno diretto, appunto, da Sassari a Cagliari, e sarebbe indelicato nei confronti del lettore raccontare come andrà a finire. Lo vedrà da solo, apprezzando, pagina dopo pagina, la maestria di Costa che sa creare una certa quale suspense su una vicenda, a pensarci, già mille volte narrata. La sua originalità consiste nel saper mescolare il racconto di un amore che sboccia fra i due protagonisti e il suo amore, quello profondo che dura per tutta la vita e che indissolubilmente lo lega alla Sardegna. Insomma: vuole descrivere i paesaggi e gli avvenimenti storici che si sono svolti nei luoghi attraversati dal treno, rievocare gli eroi e, soprattutto, le eroine della storia sarda, quella regina Adelasia sulla quale più volte ritorna nelle sue diverse opere, vedendo in lei il simbolo e l’emblema dell’infelice Sardegna. Enrico Costa ci parla di un’identità sarda, fortemente percepita, studiata e presentata in ogni suo scritto, difesa dall’oltraggio portato non da coloro che sardi non sono ma dagli ignoranti che pretendono di sapere: e di prevaricare, quando dispongano del potere politico. Il nostro scrittore è uno dei migliori rappresentanti di quelle province meridionali delle quali parla Carlo Dionisotti, dicendo che “hanno dato coi loro uomini migliori il massimo contributo che per loro si potesse alla causa dell’unificazione, in essa consumando, più che in ogni altra regione si sia fatto, l’orgoglio e la gelosia di una propria e autonoma tradizione”. Costa è uno di questi “uomini migliori” dell’Italia e dell’Europa fra Otto e Novecento. È uno scrittore di talento, anche se talvolta rinuncia al merito letterario per conseguire una palma ritenuta più alta: quella di parlare della sua Isola e di collocarla, con piena dignità, nel nuovo contesto nazionale. Conosce la dimensione profonda del tempo (e della storia) e quella dello spazio. Spazio isolano del sassarese, della Gallura, dell’Oristanese e del Cagliaritano. Spazio politico dell’Italia di cui ora la Sardegna fa parte (anzi: che ha contribuito a costruire). Spazio culturale, letterario e linguistico dell’Europa, territori che ben conosce e vuol far conoscere ai suoi lettori. Ma il tempo e lo spazio non bastano senza la presenza di donne e uomini, regine e banditi, servette innamorate e condottieri che comandano le armate sarde nell’impari battaglia contro Aragona e Castiglia, contro i sovrani colonizzatori e i loro “furbi” viceré.' Giuseppe Marci. Centro studi filologici sardi.