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Livres anciens et modernes

MORANO, Gherardo (1785-1867)

Cronaca di Modena. Manoscritto cartaceo in italiano. Modena, 1837-1862

8500,00 €

Govi Libreria Antiquaria

(Modena, Italie)

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Détails

Auteur
MORANO, Gherardo (1785-1867)
Thème
Manoscritti
Etat de conservation
En bonne condition
Langues
Italien
Reliure
Couverture rigide
Condition
Ancien

Description

“QUESTI POVERI DIAVOLI DI MODONESI” (I, p. 28) - INEDITA CRONACA DI MODENA DAL 1837 AL 1862
Sette volumi (mm. 290x200 ca.). Cartonato coevo, dorsi rinforzati all'epoca in carta marmorizzata con etichette recanti l'anno (o gli anni) della cronaca (lievi mancanze, cuffia del quarto volume aperta, ultimo volume staccato dalla legatura). Alcuni dei bandi e fogli volanti più volte ripiegati, che si trovano allegati ai volumi, recano degli strappi marginali, ma nel complesso lo stato di conservazione è ottimo.
Si tratta di una straordinaria, del tutto inedita e dettagliatissima cronaca modenese scritta, con occhio attento anche agli affari internazionali, da una persona che aveva avuto incarichi amministrativi e di corte, e quindi era stata testimone diretta di molti degli eventi raccontati.
La cronaca di Gherardo Morano, concepita come una sorta di diario ad uso privato, comincia con l'anno 1837 e si chiude con l'anno 1862; attraversa quindi un periodo cruciale della storia modenese e, più in generale, italiana, aprendosi con le condanne contro i partecipanti ai moti del 1831 e concludendosi con la fine del ducato austro-estense e la nascita del regno d'Italia.
L'autore non si firma e non si menziona mai in modo diretto nella cronaca, ma da molti elementi interni[1] pare molto probabile che questi possa essere identificato con il marchese Gherardo Morano, membro della nobiltà modenese e politicamente definibile come un liberale moderato. Di Gherardo sappiamo che nel 1831 fu nominato alla carica di aggiunto al prefetto del governo provvisorio di Modena (cf. G. Sforza, La rivoluzione del 1831 nel Ducato di Modena, Roma-Milano, 1909, p. 150), e che nello stesso anno fu inviato a Reggio Emilia, insieme al capitano Gaetano Araldi, per invitare il generale Carlo Zucchi a prendere il comando militare di Modena (A. Namias, Storia di Modena e dei paesi circostanti dall'origine al 1860, Modena, 1894, p. 745). Giovanni Antonio Morano (1782-1859), forse fratello di Gherardo o comunque suo stretto parente (lo definisce “nostro” parlando delle sua condanna), partecipò invece all'insurrezione del 1831 e fece parte del secondo e definitivo governo provvisorio, quello che depose il duca e lo costrinse a fuggire, venendo poi condannato nel 1837 a tre anni di carcere per lesa maestà, dopo aver trovato rifugio a Bologna per un certo periodo (cf. G. Sforza, op. cit., ad indicem). Nel 1848 e nel 1850 Gherardo fu membro della giunta comunale (cfr. Archivio storico, Comune, Assessorato alla cultura e beni culturali, Al governo del Comune: tremilacinquecento modenesi per la comunità locale dal 15. secolo ad oggi. Appendice documentaria: elenco sistematico dei consiglieri del Comune di Modena dal 1412 al 1995, Modena, 1996, ad indicem). Nel 1852 risulta tra i nuovi consiglieri anziani della comunità di Santa Martina. Fu inoltre custode dell'Archivio geografico estense (G. Ognibene, Le relazioni della Casa d'Este con l'estero, in: “Atti e memoria della R. Deputazione di storia patria per le Provincie modenesi”, serie V, vol. III, Modena, 1904, p. 227). Dal registro mortuario (“1506 Gherardo Me Morano”) dell'archivio comunale di Modena risulta che Gherardo Morano morì l'11 dicembre 1867, all'età di 82 anni, nella sua casa al civico numero 1 di Corso Case nuove (all'inizio dell'attuale Via Cardinal Morone), che era stato sposato con Camilla Giardini ed era figlio di Francesco Morano e Francesca Medici Caula.
Tutti i volumi della presente cronaca si aprono con una prefazione, cui fanno seguito il quadro meteorologico (solo per i primi anni), su cui l'autore pone grande enfasi, e l'analisi del quadro politico internazionale. Particolare attenzione è dedicata anche all'agricoltura, all'economia e alle epidemie, soprattutto a quelle endemiche di colera e vaiolo. Il testo si sviluppa come un diario con notizie a scadenza pressocché settimanale, in cui vengono riportati eventi ed aneddoti di politica, finanza, amministrazione, cronaca e vita cittadina, spesso accomp
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