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Livres anciens et modernes

Bartoli Cosimo

Cosimo Bartoli Gentil'huomo & Accademico Fiorentino, Del modo di misurare le distantie, le superficie, i corpi, le piante, le provincie, le prospettive, & tutte le altre cose terrene, che possono occorrere à gli huomini, Secondo le vere regole d’Euclide, & de gli altri più lodati Scrittori. Dedicata all’Illustrissimo et Eccellentissimo Signore il Sig. Cosimo de Medici Duca di Firenze, e di Siena, &c. In Venetia, Presso Sebastiano Combi, 1614.

980,00 €

Editoriale Umbra

(Foligno, Italie)

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Détails

Auteur
Bartoli Cosimo
Thème
ANTIQUARIATO

Description

In 4, [mm. 213 x 158], cc. 145 – (3) con due tavv. inserite fra le cc. 84-85, una delle quali ripiegata. Malnumerate le cc. 34, 40, 125, 135. In pergamena rigida contemporanea con autore e titolo manoscritti al dorso. Tagli marmorizzati. Mancanza alla parte e inferiore 1delle unghie ed all’angolo della copertina anteriore. Aloni alle carte. Piccola annotazione alla carta di guardia anteriore: S 50. Al frontespizio sotto il nome dell’editore sigle: F. S. M. Nota di possesso al risguardo posteriore: Ex Libris Angeli Faraglia Architetto ex dono Sacerdotis Abundij Contestabili Interamna Anno 1785. Poche annotazioni numeriche a matita ad una delle tavole delle radici quadrate. Strappetto reintegrato in antico alla carta ripiegata. Piccola strappo all’altra. Frontespizio figurato e ritratto entro cornice del Bartoli con il motto SIC Virtus, identica a quella delle edizioni precedenti a c. 4v. Numerosissime figure geometriche e diagrammi nel testo incisi in legno con figurine umane impegnate nelle misurazioni, alcune delle quali occupano tutta la pagina. Da segnalare a c. 105, nel libro IV il rilevo topografico di Firenze con i luoghi vicini traguardati e gli schemi delle bussole. Grandi capilettera figurati. L’opera illustra strumenti e metodi di misura tratti dagli scritti di svariati autori che vanno da Orontio Fineo, Archimede, Euclide a Leon Battista Alberti. Il primo libro tratta delle misure di altezze, profondità e distanze, il II quello delle misure delle figure geometriche piane e dunque i terreni, il III le misure delle forme geometriche solide, dunque diversi elementi architettonici (dadi, colonne piene e vuote), le capacità dei corpi, le botti etc.; il IV tratta dei rilevamenti cartografici a partire dalla descrizione delle Province e dalla costruzione di una bussola, il V tratta degli elementi euclidei, mentre il VI ed ultimo contiene esercizi matematici (dal come si calcola una radice quadrata di cui vengono fornite tavole, le radici cubiche. Anche in questa edizione compare la dedica a Cosimo I de’ Medici, presente anche in quelle del 1564 e 1589, al periodo di regno di Cosimo che era salito al poter assai giovane nel 1537, si deve la gestione corretta del territorio con la costruzioni di porti e fortezze, ricostruzione di cinte murarie, proprio a questo periodo si deve lo sviluppo delle scienze aritmetiche nel Granducato, necessarie proprio per un uso oculato del territorio. L’interesse per le scienze matematiche è dimostrato anche dalla collezione di strumenti matematici che Cosimo I aveva raccolto a Palazzo Vecchio. Cosimo Bartoli, figlio di Matteo che era stato podestà si Pistoia ed era amico di Michelangelo, si trasferì a Roma dove si esercitò nell’architettura ed anche nelle discipline umanistiche e nella matematica. Pur avendo abbracciato la carriera ecclesiastica – nel 1540 era stato nominato prevosto nel Battistero di Firenze - nel 1536 ebbe un figlio che allevò presso di sé pur facendolo passare per il figlio del fratello Giuliano. Presso i Medici divenne segretario del diciassettenne figlio di Cosimo I, Giovanni, quando venne creato Cardinale. Tornato dunque a Roma, con Giovanni de Medici, questi nel 1562 lo nominò suo agente a Venezia, dove rimase dieci anni, lamentandosi spesso per lo scarso stipendio. Tornato a Firenze, morì il 25 ottobre 1572. La sua opera letteraria è assai più importante di quello politica, convinto che la lingua volgare potesse ormai essere utilizzata anche per le materie scientifiche, inizialmente curò la pubblicazione di opere come la Difesa della lingua fiorentina e di Dante del Lenzoni, edito nel 1556 e gli Elementi del parlar toscano scritto dal fratello Giorgio ed edito solo nel 1584. Nel 1550 pubblicò una sua traduzione dell’Archiettura di Leonbattista Alberti, e quindi gli Opuscoli morali, sempre dell’Alberti nel 1558. Quattro anni dopo con la prima edizione di questa opera, la lingua volgare ha ormai trovato la sua piena applicazione anche nelle scienze. GRAESSE I, p. 303.