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Livres anciens et modernes

Alighieri Dante

Comedia di Danthe Alighieri poeta divino: con l’espositione di Christophoro Landino: nuovamente impressa: e con somma diligentia revista & emendata: & di nuovissime postille adornata

per Iacob del Burgofranco, pavese. Ad instantia del nobile - messere Lucantonio Giunta fiorentino, 1529

12500,00 €

Ex Libris s.r.l. Libreria Antiquaria

(Roma, Italie)

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Détails

Année
1529
Lieu d'édition
in Venetia
Auteur
Alighieri Dante
Éditeurs
per Iacob del Burgofranco, pavese. Ad instantia del nobile, messere Lucantonio Giunta fiorentino

Description

Folio (cm. 30,5), 12 cc.nn., CCXCV cc., 1 c.nn. bianca. Frontespizio stampato in rosso e nero entro cornice architettonica che alla base raffigura le Muse e ai due lati cinque grandi poeti latini e cinque italiani (la stessa cornice con però solo poeti latini nelle colonne laterali, inquadra la prima grande xilografia che inaugura l’Inferno). In basso al centro giglio fiorentino in rosso. Al verso del frontespizio il famoso e bellissimo ritratto di Dante. Altre due grandi xilografie sono poste all’inizio del Purgatorio e del Paradiso mentre ogni singolo canto reca in principio una illustrazione xilografica più piccola. Legatura di poco posteriore in pergamena rigida con titolo ms. al ds. (risarcimento di pergamena abilmente eseguito al margine esterno del piatto anteriore). Tagli rossi. Minimi restauri al margine esterno della prima carta. Sporadici aloni e lievi fioriture. Nel complesso esemplare in eccellente stato di conservazione. Pregevole edizione, universalmente nota per la presenza del grande ritratto di Dante, il primo che sia mai apparso in una edizione della Divina Commedia. Opera di un anonimo maestro veneziano, fu realizzato su quello di formato assai più piccolo presente nell’edizione dell’Amoroso convito del 1521. A questa illustrazione si deve l’idea dei contemporanei e dei posteri riguardo la fisionomia del poeta. Il testo riprende quello dell’edizione aldina del 1502, ma è qui corredato dal classico commento del Landino. L’apparato iconografico, di ispirazione botticelliana, è invece ripreso dall’edizione veneziana Capcasa del 1491 e per realizzarlo furono anche recuperate diverse matrici del tipografo. Mortimer, 145; Mambelli, ‘Gli annali delle edizioni dantesche’, n. 28; Camerini, 328.