Détails
Éditeurs
Edizione a cura dell’Uff. Centrale cura onoranze salme caduti in, guerra
Thème
WWI PRIMA GUERRA MONDIALE
Etat de conservation
En bonne condition
Description
DESCRIZIONE: Edizione a cura dell’Uff. Centrale cura onoranze salme caduti in guerra. Vol. s.d. ma anni ‘20. 24 x 18., quaderno oblungo legato con cordicella, sul piatto applicata una figura a colori (soldato con bandiera al vento). All’interno 45 riproduzioni di foto con il classico colore marroncino dei luoghi di Redipuglia. In assoluto il più bel ricordo di come fu realizzato il Sacrario. Il sacrario voleva rappresentare una figurazione emblematica del sacrificio nazionale, ma si poneva già come luogo di richiamo per il turismo bellico. La struttura del luogo possedeva una grande originalità e offriva un impatto visivo di facile emozione. Un'altura situata di fronte all'altipiano carsico, il colle Sant'Elia, era stata praticamente scolpita con la creazione di sette balze concentriche, come allusione ai gironi del Purgatorio dantesco, il cui sviluppo raggiungeva una lunghezza lineare di 22 chilometri. Le varie balze erano intervallate da vialoni, anch'essi discendenti a raggiera. La sommità del poggio, livellata a formare un ampio piazzale, aveva al centro un obelisco a forma di faro, la cui base era una cappella votiva. Le sepolture erano collocate nella struttura paesaggistica in una maniera tale da riproporre, pur nella serialità e nell'ordine di un complesso cimiteriale, la casualità della morte. L'intero concetto di fondo del cimitero, difatti, esprimeva uno specifico criterio del ricordo, fondato sulla vicinanza dell'esperienza bellica e su un vigoroso rapporto con il contesto del territorio. Completavano l'artificiale riproduzione del teatro di combattimento una selva di cimeli, oggetti personali, suppellettili, brandelli di armi, proiettili, il tutto confuso tra intrichi di filo spinato e reticolati. Vi era, a questo riguardo, una contiguità semantica con i tumuli spontanei propri dei cimiteri improvvisati del periodo di guerra: i soldati onoravano la memoria dei commilitoni con cumuli di pietre sovrastati da croci costruite con bossoli, filo spinato ed altri reperti. Anche le targhe e le epigrafi sulle tombe volevano rammentare, attraverso versi caserecci dovuti in gran parte all'inventiva del maggiore Giannino Antona Traversi, vero curatore del cimitero, il vissuto bellico più modesto, le funzioni più umili, l'oggettistica apparentemente più dimessa, lo sforzo umano e materiale per la vittoria. In molti casi, gli affetti più profondi del soldato erano correlati alla virtù del sacrificio di sé. L'amore filiale per la madre era il sentimento più evocato: "Mamma, sii forte: deve il patrio amore tramutare in orgoglio il tuo dolore!"; "Mamma mi disse: «Và!» ed io l'attendo qua", è scritto sulla tomba di due ignoti. CONDIZIONI: Buone/Ottime piccolo strappo alla foto in copertina. PESO / WEIGHT: 300 gr. without package