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Livres anciens et modernes

Doni Paolo

Ci vediamo al Bar Biturico

Guanda, 2006

7,50 €

Fernandez Libreria

(Viterbo, Italie)

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Détails

Année
2006
ISBN
9788882468859
Auteur
Doni Paolo
Éditeurs
Guanda

Description

In questo romanzo, che l'autore ha scelto di firmare con uno pseudonimo, si alternano le voci di due personaggi: Giada, ragazzina non ancora quattordicenne, e Bruno, professore sessantaduenne, abbastanza conosciuto per le sue apparizioni televisive. Si incontrano, o meglio, si vedono in una Capri estiva, assonnata e turbolenta, tradizionale e postmoderna. Lei è figlia di un gommista, e i suoi genitori cercano promozioni culturali e sociali: un'adolescente smaniosa di scoperte e soprattutto di sesso. Lui, che affitta una casa nell'amatissima Anacapri, ha un'eterna moglie con la quale ha infelicemente sperimentato, in anni passati, l'ideologia della 'coppia aperta' e si sta fabbricando un'analisi impietosa/morbosa della propria vita. Non meno spietato è lo sguardo della ragazzina sui genitori e sul professore, che la osserva da lontano, ogni giorno più sorpreso dai propri trasalimenti, mentre beve Gin&Tonic al Bar Biturico, o mangia "linguine alla Machiavelli" al solito ristorante, o guarda la spiaggia di cemento dalla solita terrazza, finché i loro sguardi si urtano, si attirano, si respingono. Giada, innamorata dell'amore, cerca e trova infatuazioni sterili con ragazzi troppo intimiditi. Ma dal Sudest asiatico arriva a Capri il figlio del professore, meravigliosamente bello. E allora. E allora, nonostante questo fulmine, continua il dialogo degli sguardi fra Bruno e l'adolescente. Feroci e sarcastiche, ma anche indifese e appassionate, le due voci non tessono solo una trama di desideri e di disillusioni. Raccontano qualche patetico eroismo marino, qualche grottesco rito mediterraneo, qualche mito arcaico, turistico o mondano. E intrecciano le riflessioni inesorabili con le scene di solare stupidità. Così diventano uno specchio scuro dei rapporti affettivi/ostili tra mogli e mariti, tra genitori e figli: un ritratto crudele, ma sincero, delle nostre comuni fragilità.
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