Détails
Auteur
Gadda, Carlo Emilio
Pages
cartolina postale scritta recto/verso.
Edition
Documento autografo originale.
Thème
Narrativa Italiana del '900Lettere e cartoline
Description
AUTOGRAFODocumento autografo originale.Ottime condizioni di conservazione.Bella cartolina inedita in cui Gadda aggiorna la madre Adele sulle proprie condizioni di salute nell’aprile 1933: dopo una malattia debilitante che lo aveva costretto a letto, lo scrittore può finalmente alzarsi e uscire per brevi passeggiate, per quanto ancora impossibilitato a viaggiare. «Carissima Mamma, sembra che le mie condizioni vadano migliorando. Posso alzarmi ed uscire per brevi camminate. Si inizia spero la convalescenza! Per ora non posso affrontare nessun viaggio, perché treno e auto mi nuocciono. Forse nella settimana prossima andrò per qualche giorno a Firenze e te ne avviserò, se mai. Mi spiace molto che tu non abbia visto Paolo quando venne a Milano. Scrivi al Giuseppe che gli ho mandato un 2o vestito per pacco postale e di accusartene ricevimento (due in totale). Clara partirà lunedì o mercoledì. Un bacio da me e da Clara. Carlo». -- La cartolina è inviata a Milano («Alla signora Prof. Adele Gadda, 2, via S. Simpliciano») dalla capitale, dove lo scrittore risiedeva: dal 1931 fino al 1934 lavorò infatti presso i Servizi tecnici del Vaticano, sovrintendente alla costruzione della centrale elettrica (fu lui a redigere, in forma anonime, il volume descrittivo), mentre proseguiva l’attività letteraria collaborando con alcune delle riviste più importanti del tempo come «Solaria», «L'Ambrosiano», la «Gazzetta del popolo», «Letteratura», e «Campo di Marte». -- Emerge nelle righe della cartolina il lato più affettuoso del rapporto di Gadda con la madre: lo scrittore, allora quarantenne, si dimostra dispiaciuto di non poter andare a trovare l’anziana donna, che morirà tra anni dopo, lasciando il figlio nello sconforto. Come noto, tuttavia, dimorò sempre nell’animo di Gadda anche un sentimento di odio profondo verso Adele, figura autoritaria, ripiegata su se stessa e incapace di affetto, soprattutto dopo la morte del figlio minore in guerra. Un odio che trovò voce e rappresentazione nelle pagine più drammatiche del capolavoro gaddiano «La cognizione del dolore». -- Il documento risulta di notevole interesse anche perché vi sono citate altre due figure importanti della famiglia di Gadda: la sorella Clara innanzitutto, verso la quale lo scrittore nutrì sempre un grande affetto, nonostante i frequenti contrasti. E poi «Paolo», verosimilmente Paolo Ambrosi, il marito della sorella, di cui Gadda fornirà nel 1949, un ritratto impietoso all’interno di «Come lavoro», uno dei suoi saggi più celebri: «uomo normale normalissimo: gentiluomo campagnardo: registrato, nel mio journal, come “normale produttore d’acido urico, addoppiato d’un normale collezionista di idee fisse”» (cfr. «Saggi Giornali Favole e altri scritti», I, a c. di L. Orlando, C. Martignoni, D. Isella, Milano, Garzanti, 1991).