Détails
Thème
AUTOGRAFI E MANOSCRITTI.
Etat de conservation
En bonne condition
Reliure
Couverture souple
Description
Lettera autografa firmata, in formato cm.21x13,4 compilata al recto e al verso rispettivamente su 22 21 righe, inviata al filologo Giovanni Tortoli (Firenze, 1832-1914), Arciconsolo della Crusca. Nella lettera Julia, ringraziando Tortoli per l'invio di alcuni libri, tesse dell'amico lodi sperticate, dilungandosi in questioni filologiche riguardanti la Crusca. Formatosi con studi umanistici e giuridici, Vincenzo Julia svolse essenzialmente attività didattica in Calabria. "La temperie culturale in ambito locale vedeva la difficoltà della Calabria a integrarsi nella nuova entità politica. Area essenzialmente contadina, la regione aveva una classe dirigente che preferiva assoggettarla al clientelismo e alla sua arretratezza piuttosto che metterla al passo con zone del Paese più avanzate e progredite; perciò il mondo intellettuale d’avanguardia, deluso dalle speranze del 1848 e conscio del sottosviluppo, si volse verso il positivismo e il socialismo. Julia, come i poeti della sua generazione, visse tra il tardo romanticismo e l’affermarsi delle innovative correnti costituite dal naturalismo e dal verismo, nella scia di Giosuè Carducci e Giovanni Verga. Le contraddizioni della sua epoca lo formarono come un intellettuale spiritualista che rifiutava il materialismo e in parte il mondo contemporaneo, e d’altra parte un sostenitore degli ideali socialisti, del riscatto delle masse disagiate e della glorificazione del passato della Calabria – a partire dall’assedio degli Aragonesi nel 1462 – e dei suoi conterranei coevi illustri, fra i quali Biagio Miraglia, Vincenzo Padula, Sertorio Quattromani, Felice Tocco, oltre a Tommaso Campanella. Accostatosi in un primo tempo al misticismo di Gioberti, a metà degli anni settanta si convertì al verismo, alla ricerca del pragmatismo e di un modello di poesia di alto civismo che lo stesso Julia proclama nei suoi "Sonetti e liriche" (1884). In quest'opera, il poeta parte dai miti popolari e dalle ballate della tradizione romantica per marcare orgogliosamente la storia della sua terra. Considerato il padre della letteratura calabrese, si interessò alle origini della cultura letteraria della regione analizzando anche alcune opere a lui precedenti. Il suo impegno regionalistico si concretizzò nel 1888 in uno studio su Vincenzo Selvaggi, nel quale si individuava un collegamento fra le opere del poeta cinquecentesco Galeazzo di Tarsia e le produzioni romantiche dell’Ottocento. Vi fu poi un saggio inedito (e pubblicato solo nel 1981) su Vincenzo Padula e un esame delle liriche riferibili all’Accademia Cosentina. Lo scrittore calabrese seppe però spaziare oltre i confini delle sue terre, fino a richiamare John Milton nel suo scritto dedicato a Padula. Oltre a uno studio su Vincenzo Monti del 1892, Julia produsse dei lavori anche su Mazzini, Alessandro Poerio, Cesare Correnti, legati dall’attenzione alle tematiche relative al Risorgimento e perciò in convergenza con il proprio pensiero, che dal punto di vista della poetica si richiama ai modelli che il letterato individua in Leopardi, Berchet e Giusti, oltre che in Prati" (da wikipedia). Codice libreria 173012.