Secondo stato (datato 1597) della rarissima pianta prospettica di Venezia di Giacomo Franco e Luca Bertelli, per la prima volta pubblicata nel 1580, il cui unico esemplare noto è conservato alla Universitatsbibliothek di Salisburgo ed è sconosciuto alle bibliografie sulla città. Acquaforte e bulino, firmata in lastra in basso a destra. Magnifica prova, ricca di toni, impressa su carta vergata coeva priva di filigrana, con margini, piccoli difetti ai lati che non toccano la parte incisa, nel complesso in ottimo stato di conservazione.La descrizione che segue è tratta da: S. Bifolco-F. Ronca, "Cartografia e topografia italiana del XVI secolo. Catalogo ragionato delle opere a stampa", che sarà pubblicato ad ottobre 2018.In alto al centro, a caratteri grandi ed interrotto dall’isola di Murano, è inciso il titolo: VENETIA. Nella parte inferiore della tavola si trova una legenda alfanumerica di 205 rimandi (I-XXXV e 1-170 con alcuni numeri posposti o ripetuti) distribuita su dieci colonne. I primi 35 nomi, contrassegnati con numeri romani, sono intitolati NOME DE IRII PRINCIPALI, una descrizione dei canali della città. Segue una legenda denominata TUTTE LE CONTRADE OVERO Parochie di Venetia, 170 rimandi contrassegnati con numeri arabi a contrade o parrocchie e chiese. In basso a destra sono riportati i dati editoriali: Giacomo Franco fecit. 1597. Orientazione nei quattro lati al centro con il nome dei venti: TRAMONTANA, OSTRO, LEVANTE, PONENTE, il nord-nord est è in alto. Sulla tavola sono presenti delle indicazioni toponomastiche. Pianta prospettica di Venezia, incisa da Giacomo Franco per l’editore Luca Bertelli. Si tratta di un’ulteriore derivazione della grande pianta di Paolo Forlani (1565), molto simile alla precedente versione del Franco, realizzata per Claudio Duchetti. Vi sono però apportati alcuni aggiornamenti topografici, relativi alla costruzione in pietra del ponte Cannaregio. Nei rimandi infatti si legge: “151 - Il ponte di canareglio è di pietra”. Altra differenza è costituita dalla presenza della fortezza di S. Nicolò, che compare a nord-est del Lido. Il primo stato dell’opera (1580), sconosciuto alla letteratura relativa alle piante della città, è conservato nella raccolta della Universitatsbibliothek di Salisburgo e reca l’imprint dell’editore Luca Bertelli. Il ponte di Rialto, ancora in legno, è rappresentato nella forma originaria a semicerchio. Nei rimandi si legge: “150 - Il ponte de rialto e di legno con molte botteghe sopra dell’una et l’altra”. Nella parte inferiore della tavola, dove si trova la legenda, è incisa una vignetta con due costumi tipici veneziani, probabilmente desunta da un soggetto di Cesare Vecelio (sebbene la prima edizione dell’opera De gli habiti antichi, et moderni di diverse parti del mondo fu pubblicata solo nel 1590). Questa scena di costume, che verrà cambiata nelle successive stesure della lastra, costituisce il principale elemento per distinguere le quattro edizioni dell’opera. La pianta fu ristampata (1597) dallo stesso Giacomo Franco; la lastra viene emendata con l’aggiornamento relativo al nuovo ponte di Rialto, ora in pietra, e viene cambiata la vignetta in basso. Con data 1597 è nota un’ulteriore versione che, in luogo della vignetta in costume, mostra una regata di gondole. L’ultima stesura della pianta vede la legenda inferiore rimossa, sostituita da una scena raffigurante la processione del Corpus Domini. Cassini sostiene che queste ultime edizioni siano dedicate dal Franco alla cerimonia dell’incoronazione della dogaressa Morosina Morosini. Moglie del doge Marino Grimani, quando, nel 1597, il marito fu eletto alla massima carica dello Stato, per lei venne organizzata una grandiosa festa di incoronazione: la dogaressa arrivò in Piazza San Marco a bordo del Bucintoro ornato da drappi d’oro e di seta, con un seguito di 400 dame. Seguì una messa solenne in Basilica e un ballo che durò due giorni. L’onorificenza. THE VERY RARE SECOND STATE (of four) with the imprint Luca Bertelli for[mis]. Giacomo Franco fecit. 1580.According with Bifolco-Ronca (cf. p. 2482, tav. 1270) ONLY ONE COPY of the first edition is known.Etching with engraving, a fine impression printed on contemporary laid paper, with thin margins, small spots, restored areas at the lower cornes (only in the white margins), otherwise very good condition.Perspective map of Venice, engraved by Giacomo Franco for the publisher Luca Bertelli. It is a further derivation of the great map by Paolo Forlani (1565), very similar to the previous version of the Franco, made for Claudio Duchetti. However, they are made some topographical updates concerning the stone construction of the Cannaregio bridge. In fact, the references read: "151 - The bridge of canareglio is made of stone”. Another difference is the presence of the fortress of S. Nicolò, which appears north-east of the Lido. The first state of the work (1580), unknown to the literature - cf. Bifolco Ronca (2018) p. 2482, is kept in the collection of the Universitats bibliothek of Salzburg and bears the imprint of the publisher Luca Bertelli. The Rialto bridge, still in wood, is represented in its original form a semicircle. In the references we read: "150 - The bridge de rialto is made of wood with many shops above one and the other". At the bottom of the engraving, where the legend is found, a vignette is engraved with two typical Venetian costumes, probably taken from a subject by Cesare Vecelio (although the first edition of the work “De gli habiti antichi, et moderna” was published only in 1590).This costume scene, which will be changed in the subsequent issue of the plate, is the main element to distinguish the four editions of the work. The map was reprinted (1597) by Giacomo Franco himself; the plate is amended with the update relating to the new Rialto bridge, now in stone, and the vignette below is changed. With the date 1597 a further version is known that, in place of the costumes, shows a gondola regata. The last issue of the map sees the lower legend removed, replaced from a scene depicting the procession of Corpus Christi. Cassini claims that these latest editions are dedicated by Franco to the ceremony of the coronation of the dogaressa Morosina Morosini. Wife of the Doge Marino Grimani, when, in 1597, her husband was elected to the highest office of the State, a grand coronation party was organized for her: the Dogaressa arrived in Piazza SanMarco aboard the Bucintoro adorned with gold and silk drapes, with a continuation of 400 ladies. BibliografiaBifolco-Ronca, Cartografia e Topografia Italiana del XVI secolo, Catalogo ragionato delle opera a stampa (2018), tav. 1270 II/IV; Brandhuber-Juffinger (2011); n. 59; Cassini (1971): n. 25; Marinelli (1881): n. 615; Moretto (2001): nn. 37, 38, 52; Romanelli-Biadene (1982): n. 19; Schulz (1970): pp. 60-61, n. 58-59 e p. 62, n. 65.Censimento1°: Salisburgo, Universitatsbibliothek. 2°: Berlino, Kupferstichkabinet; Monaco di Baviera, Staatlische Graphische Sammlung; Venezia, Museo Correr. 4°: Venezia, Museo Correr. Cfr. Bifolco-Ronca, Cartografia e Topografia Italiana del XVI secolo, Catalogo ragionato delle opera a stampa (2018), tav. 1270 II/IV.