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Grabados

GOLTZ Hubert

Sicilia

1683

750,00 €

Antiquarius Libreria

(Roma, Italia)

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Detalles

Año de publicación
1683
Lugar de impresión
Norimberga
Formato
200 X 280
Grabadores
GOLTZ Hubert
Descripción
L. Dufour - A. La Gumina, "Imago Siciliae", p. 144; Sicilia 1477-1861 - La collezione Spagnolo- Patermo, n. 44.

Descripción

Carta geografica della Sicilia, disegnata da Hubert Goltzius per il "Sicilia e Magna Greaecia sive Histriae Urbium." del 1576.Esemplare tratto dal "Rara Magna Graecia Numismata, oblata A.1592 a Prospero Parisio…" di Volckamer, pubblicato a Norimberga nel 1683. Il Volckamer, medico tedesco, curò la riedizione dell'opera cinquecentesca di Prospero Parisio sulla numismatica della Magna Grecia, per la prima volta edita nel 1592. “Hubert Goltz (1526-1583), nativo di Venlo, iniziò i suoi studi a Liegi nella Accademia dei Romanisti. Trasferitosi ad Anversa entrò a far parte della corporazione di san Luca che raccoglieva artisti e artigiani. Appassionato studioso di antichità e in particolare di numismatica, artista, antiquario e collezionista, amico del geografo, cartografo e umanista Abraham Ortelius, nel 1558 si trasferì da Anversa a Bruges, dove intraprese l'attività editoriale e ove morì a 57 anni. A Roma, che visitò più volte, venne insignito della 'civitas' onoraria nel 1567. ' La carta della Sicilia è inserita in quella che è stata definita "in assoluto la prima opera dell'Europa post-romana interamente consacrata alle nozioni antiche di Sicilia e soprattutto di Magna Grecia" (Napolitano 1012:11). Sebbene molto schematica, sembra avere come modello la mappa di Gastaldi, probabilmente nella copia inserita da Ortelius nel suo Theatrum, cosa più che probabile a giudicare dalla frequentazione e dall'amicizia tra i due storiografi, di cui vi è traccia nella corrispondenza orteliana e nei testi del Parergon. Ortelius gli dedicò anche una carta dell'Asia nel 1567, definendolo "historico, et totius antiquitatis reastauratori diligentiss." segno di una consolidata e antica amicizia. Nella dedica presente nell'Album ami- corum Ortelius lo definisce "archeologue de premier plan et ami excellent" e definisce la loro una "douce amitié" (Album Amicorum 1996). I toponimi sono tutti scritti in greco, quasi a voler affermare la distanza temporale tra quella immagine storica e la realtà attuale, mentre i dati esterni (mari, scala e orientamento) sono in latino. Dalla dedica al Suo Lettore, apprendiamo l'uso didascalico delle due tavole allegate: "earundem regionum Tabulas Geographicas numismatibus continuò subiccimus, in quibus Urbes & Flumina, quoru[m] numismata exhibemus, litteris maioribus descripsimus", mentre le scritte in minuscolo sono dedicate ai quei luoghi che sono solo menzionati nel suo resoconto storico. È interessante notare l'apparente contraddizione tra la scelta di una onomostatica strettamente antica e il riferimento invece a una immagine moderna, o 'non tolemaica' dell'isola, scelte non casuali ma dettate da un rigore filologico che lo porta a non confondere la realtà geografica dei luoghi con le conoscenze antiche. Oltre all'utilizzo dello stesso rame nelle due successive edizioni del 1618 e del 1644, la carta della Sicilia incisa per l'opera di Goltzius è stata più volte ricopiata: nell'edizione Huberti Goltzii De Re Nummaria Antiqua. Opera quae extant universa. Tomus Quartus. Continens Sicilia & Magna Graecia historiam, ex antiquis Numismatibus illustratam. Henricum & Cornelium Verdussen, 1708, la carta della Sicilia è pubblicata sul verso della avvertenza "Lectori S[uo]", e fronteggia la carta del regno di Napoli. Tuttavia questa carta proviene da altra incisione, come si evince dalla cornice realizzata da un'unica linea. Lo stesso avviene nell'opera numismatica di Prospero Parisio pubblicata per cura di Georg Volckamer (1616-1693) nel 1683; oltre alla carta della Sicilia, Volckamer pubblica anche una copia semplificata della famosa carta del regno di Napoli di Prospero Parisio, in quattro fogli sciolti, incisa da Natale Bonifacio e pubblicata a Roma nel 1591. In sostanza i rami che si associano all'opera di Goltzius sono in realtà tre: quello dell'edizione del 1576, quello dell'Opera Omnia del 1718 ed infine quello pubblicato da Volckamer nel 1683.” (Valerio-Spagnolo "Sici. Carta geografica della Sicilia, disegnata da Hubert Goltzius per il "Sicilia e Magna Greaecia sive Histriae Urbium." del 1576.Esemplare tratto dal "Rara Magna Graecia Numismata, oblata A.1592 a Prospero Parisio…" di Volckamer, pubblicato a Norimberga nel 1683.Il Volckamer, medico tedesco, curò la riedizione dell'opera cinquecentesca di Prospero Parisio sulla numismatica della Magna Grecia, per la prima volta edita nel 1592. “Hubert Goltz (1526-1583), nativo di Venlo, iniziò i suoi studi a Liegi nella Accademia dei Romanisti. Trasferitosi ad Anversa entrò a far parte della corporazione di san Luca che raccoglieva artisti e artigiani. Appassionato studioso di antichità e in particolare di numismatica, artista, antiquario e collezionista, amico del geografo, cartografo e umanista Abraham Ortelius, nel 1558 si trasferì da Anversa a Bruges, dove intraprese l'attività editoriale e ove morì a 57 anni. A Roma, che visitò più volte, venne insignito della 'civitas' onoraria nel 1567. ' La carta della Sicilia ' è inserita in quella che è stata definita "in assoluto la prima opera dell'Europa post-romana interamente consacrata alle nozioni antiche di Sicilia e soprattutto di Magna Grecia" (Napolitano 1012:11). Sebbene molto schematica, sembra avere come modello la mappa di Gastaldi, probabilmente nella copia inserita da Ortelius nel suo ' Theatrum, cosa più che probabile a giudicare dalla frequentazione e dall'amicizia tra i due storiografi, di cui vi è traccia nella corrispondenza orteliana e nei testi del ' Parergon. Ortelius gli dedicò anche una carta dell'Asia nel 1567, definendolo "historico, et totius antiquitatis reastauratori diligentiss." segno di una consolidata e antica amicizia. Nella dedica presente nell'Album ami- corum Ortelius lo definisce "archeologue de premier plan et ami excellent" e definisce la loro una "douce amitié" (Album Amicorum 1996). I toponimi sono tutti scritti in greco, quasi a voler affermare la distanza temporale tra quella immagine storica e la realtà attuale, mentre i dati esterni (mari, scala e orientamento) sono in latino. Dalla dedica al Suo Lettore, apprendiamo l'uso didascalico delle due tavole allegate: ' "earundem regionum Tabulas Geographicas numismatibus continuò subiccimus, in quibus Urbes & Flumina, quoru[m] numismata exhibemus, litteris maioribus descripsimus", ' mentre le scritte in minuscolo sono dedicate ai quei luoghi che sono solo menzionati nel suo resoconto storico. È interessante notare l'apparente contraddizione tra la scelta di una onomostatica strettamente antica e il riferimento invece a una immagine moderna, o 'non tolemaica' dell'isola, scelte non casuali ma dettate da un rigore filologico che lo porta a non confondere la realtà geografica dei luoghi con le conoscenze antiche. Oltre all'utilizzo dello stesso rame nelle due successive edizioni del 1618 e del 1644, la carta della Sicilia incisa per l'opera di Goltzius è stata più volte ricopiata: nell'edizione ' Huberti Goltzii De Re Nummaria Antiqua. Opera quae extant universa. Tomus Quartus. Continens Sicilia & Magna Graecia historiam, ex antiquis Numismatibus illustratam. Henricum & Cornelium Verdussen, 1708, la carta della Sicilia è pubblicata sul verso della avvertenza "Lectori S[uo]", e fronteggia la carta del regno di Napoli. Tuttavia questa carta proviene da altra incisione, come si evince dalla cornice realizzata da un'unica linea. Lo stesso avviene nell'opera numismatica di Prospero Parisio pubblicata per cura di Georg Volckamer (1616-1693) nel 1683; oltre alla carta della Sicilia (vedi scheda 135), Volckamer pubblica anche una copia semplificata della famosa carta del regno di Napoli di Prospero Parisio, in quattro fogli sciolti, incisa da Natale Bonifacio e pubblicata a Roma nel 1591. In sostanza i rami che si associano all'opera di Goltzius sono in realtà tre: quello dell'edizione del 1576, quello dell'Opera Omnia del 1718 ed infine quello pubblicato da Volckamer nel 1683.” . Cfr.
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