Detalles
Lugar de impresión
Torino
Grabadores
STAGNON Giacomo
Descripción
cfr. Ada Peyrot, Torino nei secoli, tomo I, n° 212.
Descripción
Carta geografica raffigurante lâarea dove è situata la Palazzina di Caccia di Stupinigi, capolavoro dellâarchitetto Filippo Juvara, ordinata nel 1729 da re Vittorio Amedeo II, e ultimata nel 1733.Incisione originale eseguita su rame (mm 442 x 536 lâimpressione più margini). Impressa a Torino nel 1780 circa da Giacomo Stagnon, su disegno di Michele Angelo Audo. Carta geografica di riconosciuta rarità raffigurante il Parco di Stupinigi e i dintorni fino al limite sud dell'antica città , inserita entro cornice avvolta da nastro. Lungo tutto il lato superiore titolo in francese su nastro. In basso a sinistra decorativo cartiglio con attributi venatori. Seconda tiratura. à stato utilizzato lo stesso rame della prima edizione del 1752 aggiungendo qualche piccola variante, come il titolo, in origine in italiano, ora mutato in francese.Giacomo Stagnon, disegnatore e incisore nato a Mondelli in Valle Anzasca, fu attivo nella seconda metà del Settecento. Scrive Marziano Bernardi in âLa Palazzina di Cacci di Stupinigiâ (1958): Dalle stampe dello Sclopis, del 1783, e se si vuole, per il contorno pittoresco dellâambiente venatorio, dalle tele del Cignaroli, noi possiamo rappresentarci la stupenda villa regale, non più soltanto ricco padiglione di caccia per correre il cervo, nel suo pieno fulgore sotto Vittorio Amedeo III; quando da dieci anni vi si eran svolte le splendide feste per le nozze della principessa Maria Teresa e del conte dâArtois, futuro re di Francia, e le sere del 17 e 20 ottobre 1773 tutta la Palazzina sâera accesa di fuochi, uno spettacolo che lâarchitetto Mario Quarini aveva fissato nei suoi disegni conservati nella Biblioteca Reale di Torino; e quando da due vi si era celebrato sfarzosamente il matrimonio di unâaltra figlia di Vittorio Amedeo III, la principessa Maria Carola Antonia col principe Antonio Clemente di Sassonia. Una villa immensa, i cui edifici avevano ormai lâestensione degli attuali, biancheggiava nel verde dei folti boschi circostanti fra il torrente Sangone, Orbas- sano, Candiolo e None (li si vede segnati nel âPlan de la forêt royale de Stupinis et de ses environsâ inciso in quel tempo dallo Stagnon), al fondo del lunghissimo diritto viale â «quattro miglia» diceva allora la «Guida di Torino» del Derossi â che, ombreggiato dâolmi, partiva dalla Porta Nuova di Torino. Intorno a questa villa inizialmente pensata â nel rapporto fra città e campagna, fra la rigida etichetta della Corte torinese e la fugace libertà dellâesercizio venatorio â come un invito, significato dalle candide ali del cortile aperte verso la capitale, a brevi riposi del sovrano dalle cure dello Stato, e nel suo modulo geniale in perfetta rispondenza con quel pensiero forse unica in Italia, per circa mezzo secolo sâera lavorato ad ampliare e migliorare, con varia fortuna.Incisione su rame, con margini, in perfetto stato di conservazione. Opera molto rara.