- TIRATURA ORIGINALE di G. A. MAGINI, prima del cartiglio in basso a sinistra - Prima, rarissima, versione della carta del Friuli del Magini, antecedente alla versione successivamente pubblicata postuma dal figlio Fabio nel 'L’Italia di Giovanni Antonio Magini', stampato per la prima volta a Bologna nel 1620. Tutte le carte dell’atlante vennero alle stampe prima del 1620, nelle loro stesure provvisorie, che successivamente furono corrette ed aggiornate per l’edizione definitiva. Tali prove sono rarissime, talvolta si trovano occasionalmente negli atlanti fattizi di alcune biblioteche, e presentano differenze sostanziali con quelle poi incluse nell’atlante. La differenza maggiore in questa mappa consiste nella mancanza del cartiglio, che verrà poi inserito in basso a sinistra. Il cartiglio contiene la dedica di Fabio Magini. Come giustamente osserva Almagià, la carta, seppur basata sui prodotti anteriori di Giovanni Andrea Vavassore (1550), Paolo Forlani (1560) e Donato Bertelli, è "esempio di una carta derivante da molte diverse fonti, sia edite che inedite, e rappresenta perciò il prodotto di un lavoro personale di compilazione, di coordinamento e di vaglio, che viene a conferire alla carta stessa il carattere e il valore di un prodotto originale". Nel cartiglio in alto a destra il titolo ' Patria del FRIULI olim FORUM IULII. ' In basso a sinistra la scala grafica ' Scala di Miglia dieci ' (10 miglia pari a mm 45). Orientazione nei quattro lati al centro con il nome dei punti cardinali ' Septentrio, Meridies, Oriens, Occidens, ' il nord in alto. Graduazione ai margini di 1’ in 1’ da 45° 30’ a 46° 35’ 30’’ di latitudine, e da 34° 37’ a 36° 35’ 15’’ di longitudine. ' “La carta relativa al Friuli, che ci interessa più direttamente è quella che porta il titolo "Patria del / FRIVLI / olim / FORVM IVLII”. Nell'Atlante dell'Italia oc- cupa la tavola 29, ma noi ne abbiamo tratto la riproduzione da un esemplare sciolto, che apparteneva alla collezione del prof. Antonio Marussi di Trieste. Ricavata da un'incisione in rame e inquadrata da due righi, che includono anche un margine graduato di 1' in 1', misura mm 330x423. A destra, in alto, un cartiglio ovale, decorato con mascheroni, contiene il titolo. Nell'angolo opposto, in un altro cartiglio, onato da figure femminili si legge: "All'Ill[ustrissi]mo mio S[igno]r et P[ad]ron Col[endissi]mo il S[ign]r Carlo Ruini Co[nte] di Monte/Cogaruccio, e di Zola, et Senat[o]re / di Bologna. / Fabio di Gio[vanni] Ant[onio] Magini". L'orientazione è quella consueta. La scala riportata in basso, a sinistra, è di Miglia dieci (= mm 46). Il disegno originario fu certamente composto tra il 1595 ed il 1598, e, negli stessi anni, o poco dopo, venne inciso dal belga Arnoldo de Arnoldis. Questa carta compare nell'elenco che segue la prefazione alle Tavole del Primo Mobile, apparse a Venezia, nell'edizione latina del 1604. Successivamente il Magini vi dovette apportare alcuni piccoli ritocchi: infatti, qualche toponimo risulta più marcato e, in alcuni tratti, compaiono tracce di abrasioni. La dedica è certamente postuma e si deve al figlio, perché si conoscono anche esemplari che ne sono privi. Questo disegno del Friuli non è, però, uno dei prodotti maginiani più felici ed egli stesso ne dovette essere ben conscio se in una sua lettera autografa del 20 luglio 1598 scriveva: "Di sei Friuli c'ho avuto della Repubblica non ce ne sono due che incontrino totalm[en]te; io da tutti questi ho corretto il mio Friuli, che sarà copiosiss[im]o, ma so però che darà che dire ad alcuno". […] Gli oronimi sono pochissimi: Monte Mauro, segnato molto a sud rispetto alle sorgenti del Tagliamento, M. Mariana (M. Amariana), probabilmente ripreso dalla stampa del Ligorio e Alpi Giulie, traduzione delle "IVLIAE ALPES" della rappresentazione orteliana, che vuole indicare in modo errato i monti posti tra il Bût e il torrente Pontebbana. Il reticolo idrografico, invece. - TIRATURA ORIGINALE di G. A. MAGINI, prima del cartiglio in basso a sinistra - Prima, rarissima, versione della carta dell Friuli del Magini, antecedente alla versione successivamente publicata postuma dal figlio Fabio nel 'L’Italia di Giovanni Antonio Magini', stampato per la prima volta a Bologna nel 1620. Tutte le carte dell’atlante vennero alle stampe prima del 1620, nelle loro stesure provvisorie, che successivamente furono corrette ed aggiornate per l’edizione definitiva. Tali prove sono rarissime, talvolta si trovano occasionalmente negli atlanti fattizi di alcune biblioteche, e presentano differenze sostanziali con quelle poi incluse nell’atlante. La differenza maggiore in questa mappa consiste nella mancanza del cartiglio, che verrà poi inserito in basso a sinistra. Il cartiglio contiene la dedica di Fabio Magini. Come giustamente osserva Almagià, la carta, seppur basata sui prodotti anteriori di Giovanni Andrea Vavvassore, Paolo Forlani e Donato Bertelli, è "esempio di una carta derivante da molte diverse fonti, sia edite che inedite, e rappresenta perciò il prodotto di un lavoro personale di compilazione, di coordinamento e di vaglio, che viene a conferire alla carta stessa il carattere e il valore di un prodotto originale". Nel cartiglio in alto a destra il titolo ' Patria del FRIULI olim FORUM IULII. ' In basso a sinistra la scala grafica ' Scala di Miglia dieci ' (10 miglia pari a mm 45). Orientazione nei quattro lati al centro con il nome dei punti cardinali ' Septentrio, Meridies, Oriens, Occidens, ' il nord in alto. Graduazione ai margini di 1’ in 1’ da 45° 30’ a 46° 35’ 30’’ di latitudine, e da 34° 37’ a 36° 35’ 15’’ di longitudine. ' “La carta relativa al Friuli, che ci interessa più direttamente è quella che porta il titolo "Patria del / FRIVLI / olim / FORVM IVLII”. Nell'Atlante dell'Italia oc- cupa la tavola 29, ma noi ne abbiamo tratto la riproduzione da un esemplare sciolto, che apparteneva alla collezione del prof. Antonio Marussi di Trieste. Ricavata da un'incisione in rame e inquadrata da due righi, che includono anche un margine graduato di 1' in 1', misura mm 330x423. A destra, in alto, un cartiglio ovale, decorato con mascheroni, contiene il titolo. Nell'angolo opposto, in un altro cartiglio, onato da figure femminili si legge: "All'Ill[ustrissi]mo mio S[igno]r et P[ad]ron Col[endissi]mo il S[ign]r Carlo Ruini Co[nte] di Monte/Cogaruccio, e di Zola, et Senat[o]re / di Bologna. / Fabio di Gio[vanni] Ant[onio] Magini". L'orientazione è quella consueta. La scala riportata in basso, a sinistra, è di Miglia dieci (= mm 46). Il disegno originario fu certamente composto tra il 1595 ed il 1598, e, negli stessi anni, o poco dopo, venne inciso dal belga Arnoldo de Arnoldis. Questa carta compare nell'elenco che segue la prefazione alle Tavole del Primo Mobile, apparse a Venezia, nell'edizione latina del 1604. Successivamente il Magini vi dovette apportare alcuni piccoli ritocchi: infatti, qualche toponimo risulta più marcato e, in alcuni tratti, compaiono tracce di abrasioni. La dedica è certamente postuma e si deve al figlio, perché si conoscono anche esemplari che ne sono privi. Questo disegno del Friuli non è, però, uno dei prodotti maginiani più felici ed egli stesso ne dovette essere ben conscio se in una sua lettera autografa del 20 luglio 1598 scriveva: "Di sei Friuli c'ho avuto della Repubblica non ce ne sono due che incontrino totalm[en]te; io da tutti questi ho corretto il mio Friuli, che sarà copiosiss[im]o, ma so però che darà che dire ad alcuno". […] Gli oronimi sono pochissimi: Monte Mauro, segnato molto a sud rispetto alle sorgenti del Tagliamento, M. Mariana (M. Amariana), probabilmente ripreso dalla stampa del Ligorio e Alpi Giulie, traduzione delle "IVLIAE ALPES" della rappresentazione orteliana, che vuole indicare in modo errato i monti posti tra il Bût e il torrente Pontebbana. Il reticolo idrografico, invece, ricorda que. Cfr.